Emigrato non iscritto all’AIRE

Da nove anni risiedo in Svizzera, dove ho ottenuto un permesso B. In Italia, da quel lontano 2003 non possiedo nulla: niente auto, case, immobili vari, nulla. All’atto del trasferimento, per dimenticanza e fretta, non mi sono iscritta all’Aire, forte anche della mia comunicazione al comune di residenza italiano che sarei espratriato. Ho naturalmente subito convertito la patente e radiato l’auto al PRA in Italia per esportazione.

Qualche mese fa, trovandomi in Italia, ho dovuto usufruire del Pronto Soccorso medico, all’accettazione ho consegnato la mia tessera della cassa malati e inserendo i miei dati nel computer, con mia grande sorpresa, è venuto indicato l’ultimo mio domicilio in Italia. Parlando con l’addetto questo significava che per almeno il servizio sanitario italiano, io risiedo ancora in Italia.

Allo scadere dei 12 anni, fra 3 anni, vorrei chiedere la naturalizzazione svizzera e, credo, rinunciare alla cittadinanza italiana in quanto non mi sento assolutamente rappresentata dallo Stato italiano.

La mia domanda, vista la situazione, è: mi conviene recarmi in consolato, “svegliare il can che dorme”, e capire la mia situazione per lo Stato italiano o “faccio finta di nulla” ? Non vorrei trovarmi ingiustamente nella situazione di essere considerato ancora soggetto fiscale italiano (pur non possedendo nulla in Italia) quando nella realtà non lo sono da oltre 9 anni e tutti i documenti in mio possesso possono dimostrarlo.

Non svegliare il can che dorme ci sembra un’opzione praticabile solo se lei è sicuro che in futuro non avrà più nulla a che fare con l’Italia. L’irregolarità (solo burocratica, naturalmente) della sua situazione non viene infatti cancellata con l’acquisizione della nazionalità svizzera. Il cane potrebbe cioè svegliarsi anche in futuro. I cittadini italiani non iscritti all’AIRE sono soggetti fiscali italiani e tenuti a dichiarare i redditi in Italia. Se finisce sullo schermo radar dell’Agenzia delle Entrate – per esempio per un conto bancario o postale italiano di cui l’Agenzia delle Entrate riceve gli estratti, o per una spesa superiore a 999,99 euro – ne potrebbe seguire una richiesta di informazioni. E se le sue motivazioni non dovessero venir accettate, rischia di venir chiamata a pagare, per i nove anni trascorsi, la differenza fra le imposte che avrebbe dovuto pagare in Italia sul reddito conseguito in Svizzera, e quanto ha pagato in Svizzera.

La tranquillità sarebbe raggiungibile solo iscrivendosi all’Aire e prendendo spontaneamente contatto con l’Agenzia delle Entrate per chiarire la situazione. È strano che il Comune ha cui ha comunicato la partenza per l’estero non abbia segnalato d’ufficio il suo trasferimento (vedi: http://www.conszurigo.esteri.it/Consolato_Zurigo/Menu/I_Servizi/Per_i_cittadini/Anagrafe/). Con la copia della sua comunicazione, la documentazione sul suo soggiorno in Svizzera, e con il fatto che in questi anni non ha mai avuto redditi in Italia, dovrebbe avere sufficienti elementi per dimostrare che durante questi anni è state effettivamente residente all’estero. Ma in merito è meglio consultare un commercialista o un patronato con sportelli all’estero, come l’INAS.

Un’altra possibilità – ed è quella ha raccolto il maggior numero di consensi fra le fonti che abbiamo consultato – sarebbe quella di iscriversi all’Aire e vedere cosa succede. L’iscrizione viene segnalata al Comune, e il Comune la segnala all’Agenzia delle Entrate. Ne potrebbe (ma non è assolutamente certo) conseguire una richiesta di informazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. A questo punto dovrà far valere le sue ragioni dimostrando la sua effettiva residenza all’estero (vedi anche qui). Se invece non sente più nulla, vorrà dire che la sua assenza è passata inosservata.