Anche i padroncini italiani dovranno pagare l’Iva svizzera
Verranno abolite le esenzioni dell’Iva di cui approfittano gli artigiani europei che fatturano in Svizzera. La mozione presentata dal deputato ticinese Ignazio Cassis è stata accolta all’unanimità dal Consiglio degli stati. Il governo di Berna dovrà ora trovare il modo di mettere in pratica la proposta.
Gli imprenditori europei che offrono prestazioni sul mercato svizzero godono, rispetto a quelli locali, di alcuni privilegi: le fatture fino a Fr. 10’000 sono esentate dall’imposta sul valore aggiunto. E fino a un fatturato di Fr. 100’000 è in vigore un sistema chiamato “imposta d’acquisto” che teoricamente impone all’acquirente di annunciare all’autorità fiscale, ma che di fatto spesso rimane lettera morta.
Questo sistema è stato adottato per le difficoltà di verificare gli avvenuti pagamenti dell’Iva presso ditte domiciliate all’estero. Secondo il governo, i costi causati dai controlli sarebbero stati superiori alle entrate. In questo calcolo va però dimenticato il danno subito dagli imprenditori svizzeri, che si trovano di fronte a una concorrenza che non dovendo fatturare l’Iva, può fare prezzi migliori.
La proposta avanzata da Cassis, adottata all’unanimità da entrambe le camere, chiede di di assoggettare anche le prestazioni degli artigliani dell’Unione europea al normale pagamento dell’IVA. Nonostante le riserve, il governo di Berna non si è opposto al provvedimento. Si tratterà ora di escogitare una modalià adeguata per mettere in pratica il provvedimento. Molto probabilmente agli imprenditori esteri verrà chiesto di fornire indicazioni sul fatturato al momento di notifica online che viene loro richiesta già ora.
Red.