“Tutti insieme si può”, nuova versione di una vecchia truffa
Gli agenti della Guardia di finanza di Biella hanno interrotto una pericolosa catena di Sant’Antonio che si stava espandendo nelle altre province della Regione Piemonte e non solo. A dispetto del nome “tutti insieme si può – ruota dell’abbondanza e della solidarietà” non si tratta altro che di una nuova versione della classica truffa a sistema piramidale – schema di Ponzi.
Il meccanismo è semplice: ci sono quattro cerchi concentrici suddivisi in caselle, frazionate, a loro volta, in 1/2/4/8 caselle per cerchio. Ogni casella vale € 10.000. Quando gli otto nuovi adepti, che acquistano le caselle del cerchio più esterno, versano la quota di adesione direttamente al soggetto che si trova al centro della “torta”, questi ritira € 80.000 ed esce dalla catena con un guadagno netto di € 70.000 prodotto in circa sei mesi.
Dai cerchi immediatamente esterni a quello centrale sì creano così altre due ruote il cui funzionamento è del tutto analogo a quello appena descritto e così via esponenzialmente, all’infinito.
Non bisogna essere matematici per prevederne l’esito: la catena, inevitabilmente, prima o poi “implode”, in quanto già dopo 15 passaggi per alimentarla servirebbe un numero di partecipanti pari al doppio della popolazione biellese, bambini inclusi; dal 24° passaggio non basterebbero tutti gli italiani; dal 27° tutti gli americani e dal 31° non basterebbe l’intera popolazione terrestre. Per gli ultimi arrivati che hanno versato i €10.000, niente “dono”, al massimo il solito “pacco”!
Il giro di affari è dunque potenzialmente enorme. Peccato, però, che dal 2005 è illegale. Infatti, ai sensi dell’art. 5, comma 2 della L. n. 173/2005 per i promotori, gli organizzatori o i realizzatori di attività o di strutture di vendita che configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo pagamento di un corrispettivo, è prevista la sanzione dell’arresto da 6 mesi ad un anno o l’ammenda da 100.000? a 600.000?.
L’organizzazione scoperta a Biella, strutturata segretamente, attirava persone incensurate ed insospettabili (commercianti, casalinghe, operai ecc. spesso in difficoltà economiche), le quali, attratte dall’illusione di facili e veloci guadagni o dalla speranza di uscire rapidamente da un temporaneo stato di bisogno generato dalla recente crisi economica, cadevano nel raggiro versando, rigorosamente in contanti, la quota associativa.
In particolare, grazie ad accurati servizi di pedinamento ed appostamento, nel giro di poco tempo le Fiamme Gialle biellesi sono pervenute all’identificazione dei promotori dell’iniziativa ed ad irrompere, su mandato della Procura della Repubblica biellese, in uno degli incontri che si svolgevano, con cadenza settimanale, a casa degli “adepti”.
Al momento sono in corso indagini dirette ad identificare ulteriori responsabili ed a quantificare il numero di persone cadute nell’inganno. Per tale motivo gli inquirenti invitano chiunque abbia investito soldi nella catena a sporgere denuncia presso gli uffici della Guardia di finanza.
Comunicato
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