Nuovo minimo storico per l’euro
La valuta europea è sempre in affanno nonostante le dichiarazioni tranquillizzanti emerse dal vertice dei paesi del G8. I mercati hanno dato maggiore importanza al fallimento delle trattative fra i partiti greci su di un nuovo programma di austerità, che allontana la prospettiva di una soluzione alla crisi debitoria che sta travolgendo la Grecia.
Nella serata di ieri la quotazione dell’euro è scesa a 1.21. In affanno anche il dollaro, sceso al nuovo minimo storico di Fr. 0.85. Per gli svizzeri che si preparano ad andare in vacanza si tratta di buone notizie. Meno contento è il settore turistico svizzero, i cui prezzi, per gli stranieri, stanno diventando sempre più proibitivi. In crescenti difficoltà anche l’industria d’esportazione, anche se in parte riesce a contenere i costi approfittando del calo dei prezzi delle materie prime o semilavorate che importa dall’estero.
La Svizzera viene paradossalmente punita per la sua virtuosità. Si tratta probabilmente dell’unico stato industriale che chiude i conti pubblici in attivo e che ha un debito pubblico estremamente contenuto: 38% del Pil (l’Italia e la Grecia sono attorno al 115%, gli altri maggiori paesi euroei oltre il 70%). È ovvio che in questa situazione il franco assume inevitabilmente il ruolo di un solido bene rifugio.
La soluzione alla crisi debitoria nell’eurozona sembra ancora lontana. Le riserve di cui dispone Atene per far fronte ai propri impegni sono destinate ad esaurirsi a metà luglio. Senza l’adozione di nuove misure di austerità, il Fondo monetario internazionale non concederà nuovi aiuti. Gli inviati del Fondo monetario, dell’Unione europea e della Banca centrale europea sono ad Atene in questi giorni per esaminare i conti pubblici della Grecia. Se non si troverà una soluzione, una ristrutturazione del debito greco sarà inevitabile, ma i costi non saranno indifferenti. Il rischio di un effetto domino su altri paesi fortemente indebitati, aumenta.
Secondo la banca d’affari Goldmann Sachs, per l’evoluzione della crisi debitoria sarà determinante la capacità dell’Italia di gestire il proprio debito sovrano. In uno studio pubblicato in questi giorni, Goldmann Sachs sottolinea la debole crescita economica dell’Italia, ma giunge alla conclusione che il governo sarà in grado di contenere il debito ad un livello sostenibile.
M.A.
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