Voluntary disclosure: “Proroga necessaria”

Si rischia il penale? Quanto si dovrà pagare per regolarizzarsi? Si possono lasciare ugualmente i soldi in Svizzera? Mancano poche settimane alla scadenza del 30 settembre, il termine in cui, almeno finora, scade l’adesione alla Voluntary disclosure, vale a dire la sanatoria per “ripulire”, in accordo col fisco, i capitali italiani tenuti in Svizzera. Eppure ancora oggi i professionisti attendono regole certe dell’Agenzia delle Entrate e quindi è praticamente certa una proroga almeno fino alla fine dell’anno, se non oltre. D’altronde in Italia si è abituati alle proroghe su tutto e quindi viene dato per scontata anche su una questione così delicata: già, ma nel frattempo, dopo un primo periodo di adesione “entusiastica” al rimpatrio dei capitali, si è arrivati a un punto di stallo. Mancano delle circolari basilari e quindi le situazioni più problematiche (che coincidono spesso coi patrimoni più ingenti) sono “bloccate in dogana”.

Per dare qualche certezza alle centinaia di varesini coinvolti in questa operazione, Confesercenti ha messo in campo un’iniziativa per aiutare i propri associati interessati. “Vogliamo consentire – ha detto Christian Spada, vice-presidente territoriale durante l’incontro nella sede di viale Milano, a Varese – di risanare la propria posizione con lo Stato, pagando le relative imposte e le sanzioni in forma ridotta”. Per questo l’associazione ha presentato ai suoi soci due super esperti: il commercialista Salvatore Giallo e l’avvocato Stefano Amirante. “Una proroga verrà concessa sicuramente – ha detto il vice-presidente dei commercialisti varesini – perché mancano ancora delle circolari che spiegano bene il da farsi su alcune questioni chiave e, con di mezzo l’estate, ci auguriamo che l’Agenzia delle entrate compia una scelta saggia. Ci sono diversi lati oscuri che il fisco dovrebbe chiarire, anche perché l’incertezza frena la presentazione delle domande. Ormai purtroppo le azioni da intraprendere non si spiegano più nelle leggi, ma con le circolari”. E intanto milioni di euro restano congelati nei caveau di Lugano e dintorni e centinaia di persone temono di finire nella lista degli evasori. Anche perché, com’è noto, la Voluntary è (almeno ad oggi) l’ultima possibilità di rimpatrio “pulito” prima della fine del segreto bancario elvetico. “Ci sono dubbi sulla gestione del contante – ha aggiunto Giallo – e sui reati penali. Un esempio: vengono prescritti quelli prima del 2009 oppure no?”. Insomma: le decisioni su questi due argomenti sposterebbero, e di molto, le scelte degli interessati. “Inoltre – ha sottolineato Amirante – ci sono differenze di prescrizione fra i reati tributari e penali. Nel caso dell’autodenuncia poi, si chiede una ricostruzione della provenienza dei capitali mentre con gli scudi ciò non veniva richiesto perché siamo di fronte a una sanatoria e non a un condono”. Certo, chi è coinvolto dovrà pagare una multa che si stima mediamente attorno all’11% (ma può salire di molto a seconda di quanto siano sporchi i soldi). In cambio, si chiuderà un occhio sul penale.

E per i frontalieri? “Chi è regolarmente assunto con un contratto – ha detto il commercialista Salvatore Giallo – non avrà problemi diversamente dagli ex o da chi è andato in pensione e ha lasciato i soldi in Canton Ticino senza dichiararli. Qui non si scappa: dovrà sanarli. Peggio andrà a chi ha delle posizioni irregolari e abita oltre i 20 chilometri dal confine: queste persone avranno grossi problemi. Infine per i pensionati è in gioco la questione del secondo pilastro. Va dichiarato ma nessuno lo ha mai fatto e la situazione non è chiara”.

L’Agenzia delle Entrate dovrà infatti avere la cortesia di emanare le circolari chiarificatrici, magari con qualche giorno di anticipo sull’attuale scadenza del 30 settembre.

Nicola Antonello