Ticino, venti di bufera per il dumping salariale

Si sta scatenando una giusta bufera in Ticino a causa di due offerte di lavoro con stipendi letteralmente da fame. Ieri a Chiasso un’azienda in cerca di una segretaria/centralinista offriva uno stipendio di 600 franchi mensili, oggi a Lugano ad un webdesigner si propongono dagli 800 ai 1’500 euro al mese. Dito puntato sui datori di lavoro locali che alimentano il dumping salariale.

Ieri anche il Sindaco di Chiasso Moreno Colombo era sbottato alla vista di un annuncio per la ricerca di una segretaria/centralinista occupata quattro ore al giorno con uno stipendio di 600 franchi mensili. “Adesso basta” aveva dichiarato il Sindaco, esasperato dai datori di alvoro locali che moltiplicano il fenomeno del dumping salariale reclutando principalmente lavoratori frontalieri a prezzi stracciati, e aveva inoltrato una segnalazione ai sindacati e all’autorità di vigilanza cantonale. Stipendi da fame, invero, che letteralmente ammazzano il mercato del lavoro cantonale.

Oggi è la volta di un’azienda di Lugano che sul portale italiano “lavoricreativi” ha pubblicato un’offerta di lavoro per un webdesigner a tempo pieno retribuito dagli 800 ai 1’500 euro mensili.

In Ticino la reazione è di sdegno. Il fenomeno è schizofrenico, con la popolazione irrigidita di fronte all’aumento del numero di lavoratori frontalieri e dall’altra i datori di lavoro, spesso a loro volta ticinesi, che praticano il dumping salariale, offrendo stipendi minimi, improponibili ai residenti nel Cantone. Sindacati ed autorità di vigilanza si stanno occupando dei casi segnalati, certamente non gli unici in Ticino.

Red.