Monitoraggio fiscale: frontalieri definitivamente esentati

Valico Ponte Tresa (foto Infoinsubria)

Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto legge che annulla l’obbligo per i frontalieri italiani di compilare il modello RW, cioè di rivelare al fisco italiano l’ammontare dei propri averi in Svizzera, si sta per chiudere, definitivamente, una lunga vicenda esplosa nei mesi scorsi con il varo dello scudo fiscale “ter” del ministro Tremonti.

La sicurezza ci sarà comunque solo nelle prossime settimane quando anche l’Agenzia delle entrate recepirà il decreto. Per il momento, i sindacati svizzeri e italiani, che si sono parecchio spesi per ottenere chiarezza dal governo italiano dopo mesi di incertezze e contraddizioni, invitano i frontalieri a non adempiere, per il momento, a nessun obbligo fiscale, fintanto che l’Agenzia delle entrate non procederà alla pubblicazione della circolare esplicativa, precisando l’ esatta portata della decisione, i tempi e i modi della sua applicazione. Per tutto questo, bisognerà probabilmente attendere fino al prossimo luglio.

Cosa succede con il nuovo decreto legge?

In buona sostanza, se le cose dovessero confermarsi, per il 2009 i frontalieri entro i 20 km dal confine con la Svizzera non dovranno più comunicare nulla al fisco italiano, almeno per ciò che riguarda il conto salario e le relative movimentazioni, nonché il secondo pilastro.

Leggermente diverso il discorso per coloro che abitano oltre i 20 km dal confine. Questi, pur essendo  considerati dal diritto svizzero frontalieri con permesso G, sono fiscalmente italiani. Per cui le tasse le pagano nel loro paese e devono dichiarare i redditi conseguiti in Svizzera che superano una somma esente di € 8000. Con il decreto legge, tuttavia, non sono tenuti a monitorare il “secondo pilastro” (la previdenza obbligatoria) che viene dedotto direttamente dal loro salario. Devono invece dichiarare un eventuale III pilastro e tutte le attività finanziarie detenute in Svizzere (per es. conti risparmio e investimento). Nella dichiarazione fiscale, hanno la facoltà di far valere un credito d’imposta sulle tasse pagate alla Svizzera.

Pensionati e prepensionati

Il nuovo decreto legge non precisa invece la sorte della categoria degli ex-frontalieri pensionati. Non dice, insomma, se chi percepisce una pensione svizzera, maturata dopo un certo numero di anni di lavoro oltre confine, deve dichiararla al fisco italiano. La questione è ancora al vaglio dei sindacati che stanno cercando di ottenere dall’Agenzia delle entrate maggiori informazioni.

Più della politica hanno potuto le elezioni comunali

Durante gli ultimi mesi, con l’aiuto dei sindacati svizzeri e italiani, sono state raccolte, fra i frontalieri, circa 15 mila firme. La petizione voleva essere un segnale per Roma, che con lo scudo fiscale – di fatto – equiparava i frontalieri agli evasori invece che considerarli creatori di ricchezza (anche per l’Italia). La mossa sembra essere stata pagante riuscendo a smuovere molti politici settentrionali che in Parlamento, si sono fatti paladini del sentimento di ingiustizia denunciato dai lavoratori.

Dopo tante conferme e tante smentite e dopo una serie di comunicazioni contraddittorie, la situazione si è finalmente sbloccata. Guarda caso in concomitanza con le elezioni comunali che proprio in queste ore si stanno svolgendo in diverse province di confine. A pensare male, come diceva qualcuno…

Red.