Meglio ritirare il capitale del Secondo pilastro dopo il rientro in Italia?

Gli emigrati che intendono tornare in Italia dopo il pensionamento e chiedere la liquidazione del capitale della Cassa pensione, farebbero spesso bene a farlo solo dopo il rientro in Italia. In questo modo possono infatti chiedere il rimborso dell’imposta alla fonte sulla liquidazione, e in molti casi realizzare un notevole risparmio.

Quando si chiede il versamento del capitale del Secondo pilastro, dal capitale viene prelevata un’imposta che dovrebbe corrispondere alle tasse da pagare sulla rendita. Se chi incassa la liquidazione risiede in Svizzera, viene applicata l’aliquota prevista dal Cantone di residenza. L’aliquota viene determinata con un complicato calcolo di conversione, in cui si tiene conto anche dell’età e se si è sposati o meno. Se la richiesta viene presentata da un 65enne non sposato, da Fr 100’000 in certi Cantoni viene prelevato il 2%, in altri anche il 7%. Anche la somma prelevata influenza l’aliquota: per Fr. 250’000 si passa dal 3% di Zugo al 10% di Vaud.

Se invece chi chiede la liquidazione risiede all’estero, dalla somma da versare viene dedotta l’imposta alla fonte prevista dal Cantone in cui ha sede la Fondazione di previdenza, che può variare dal 4% al 10%, anche qui a dipendenza della somma incassata. Questa imposta alla fonte viene però rimborsata al contribuente che risiede in un Paese con cui la Svizzera ha concluso un accordo sulla doppia imposizione, come per esempio l’Italia.

Per un emigrato italiano che intende tornare in Italia, è quindi in molti casi più conveniente chiedere la liquidazione del capitale della Cassa pensione quando è già preso la residenza in Italia. In Italia il capitale pensionistico (come come anche la rendita) viene tassato con una aliquota del 5% (clicca). Una volta dichiarato il capitale all’Agenzia delle entrate e pagate le relative tasse, inoltrando l’attestato che lo certifichi alla Fondazione di previdenza, questa rimborsa l’imposta alla fonte prelevata in Svizzera, che molto spesso è più ingente della somma da versare al fisco italiano.

Val quindi la pena, prima di procedere, valutare bene la situazione fiscale, magari facendosi aiutare da un commercialista o da un patronato (per esempio l’INAS).