Maroni: “Frontalieri, nessun aumento fiscale”

Il tavolo delle autorità al ventennale della Regio Insubrica

Nessuna stangata in arrivo per i frontalieri. Lo ha annunciato Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, ospite dei festeggiamenti per il ventennale della Regio Insubrica organizzato stamattina nella sede di Mezzana, a Balerna (Canton Ticino). L’evento, giunto in un momento di grande fermento sulla linea di confine a causa del crollo dell’euro sul franco e della bozza di accordo fiscale fra Italia e Svizzera, è andato quindi ben oltre le celebrazioni dei venti anni dalla nascita dell’istituzione transfrontaliera.

E a entrare maggiormente nel dettaglio delle questioni bollente è stato il governatore lombardo: “L’accordo fiscale italo-svizzero – ha detto Maroni – per ora è stato solo annunciato. Ho parlato proprio ieri con il ministro italiano dell’Economia Pier Carlo Padoan e con il negoziatore Vieri Ceriani: entrambi mi hanno dato garanzie su alcune questioni importanti, come la tassazione per i lavoratori transfrontalieri e, soprattutto, sui ristorni ai Comuni. È vero che il sistema dei ristorni verrà meno con il nuovo accordo, ma il Governo italiano si è impegnato a garantire ai Comuni di frontiera lo stesso importo. Se sarà così, penso sarà un accordo positivo. In tal senso si eviteranno anche i problemi di eventuale blocco da parte del Canton Ticino”. Tradotto: secondo le rassicurazioni dell’esponente leghista non ci saranno inasprimenti fiscali per i lavoratori pendolari con la Svizzera, mentre ai Comuni di frontiera i soldi dei ristorni arriveranno tali e quali a prima. Compiranno soltanto un altro giro.

Ma Maroni ha annunciato un altro intervento, ancor più attuale: sarà la Regione Lombardia a coprire per il 2015 il contributo che le Province lombarde versano alla Regio Insubrica. Si tratta di 30.000 franchi (che oggi, sono saliti praticamente a 30.000 euro) ciascuna fra Varese, Como e Lecco, vale a dire le tre realtà che, con le piemontesi Novara e Vco e il Canton Ticino, oggi compongono la Comunità di Lavoro, nata esattamente 20 anni fa, il 19 gennaio 1995. “La riforma delle Province – ha aggiunto Maroni – mette in difficoltà il bilancio di questi enti. In attesa di chiarezza sulle regioni di area vasta, copriremo noi il contributo per permettere la continuazione della Regio: un progetto in cui crediamo”. Stesso auspicio anche da parte svizzera: “La Regio – ha affermato Manuele Bertoli, presidente del Consiglio di Stato cantonale – deve contribuire a non peggiorare il clima sul confine. Dobbiamo essere concreti, solo così questo ente ha un futuro”. Già perché le incomprensioni di questi anni non sono mancate: “Si poteva osare e ottenere di più – ha ricordato Gianpietro Gianella, segretario della Regio – ma abbiamo subito dinamiche contraddittorie che spingevano più alle distinzioni che alla condivisione. La volontà di proseguire c’è: si tratterà di consolidare la struttura organizzativa, di fissare obiettivi e programmi corrispondenti alle esigenze del territorio”.

Nicola Antonello