La tassazione degli immobili in Italia

La tassazione degli immobili in Italia è comunale.  Si tratta delle uniche imposte che il Comune italiano ha il diritto di prelevare. Ogni Comune ha aliquote diverse, gli immobili sono suddivisi in più di 40 categorie catastali, e per arrivare all’aliquota finale bisogna tener conto di innumerevoli parametri. È quindi difficile fare affermazioni generali, ma si può dire quanto segue:

Il tributo fiscale da pagare sulla casa in Italia è denominato IUC (Imposta unica comunale). Questa tassa racchiude al suo interno tre componenti differenti, che sono: IMU – TASI – TARI. Tutte e tre riguardano sostanzialmente gli immobili e in parte i terreni.

Il contributo principale è l’IMU (Imposta municipale unica), che è una imposta patrimoniale sul cosiddetto valore catastale (il „valore di stima“ svizzero) della casa, calcolato partendo dalla rendita catastale (una specie di „valore locativo“ nella terminologia svizzera). Il valore catastale non corrisponde al valore venale: di solito è molto inferiore. Molti comuni italiani hanno un calcolatore online che permette di calcolare l’importo da pagare, ammesso che si disponga della rendita catastale. L’ordine di grandezza dell’aliquota è dell’1% del valore catastale, ma se si tratta dell’abitazione principale si è esentati.  Il contribuente calcola l’importo (molti comuni hanno un calcolatore online) e versa un acconto in giugno e il saldo in dicembre.

Poi c’è la TASI (Tributo sui servizi indivisibili) che copre le spese per l’infrastruttura  (illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, fognature).  L’aliquota varia dall’ 0,1 % per le prime case all’1% per le seconde case. Le modalità di calcolo e di pagamento sono uguali all’IMU.

Come detto le aliquote di queste due imposte sono stabilite con ampi margini di autonomia, da ogni Comune. Nella stragrande maggioranza dei casi, vengono adottare le aliquote massime previste dalla legge, che per la somma di IMU e TASI non consente comunque di andare oltre 1,06% del valore catastale dell’immobile.

La terza tassa sugli immobili è la TARI, la tassa rifiuti, che copre le spese di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e viene calcolata dai comuni stessi mediante dei coefficienti prestabiliti. Il calcolo è influenzato da due elementi: numero di occupanti e metratura dell’immobile. Entro il 20 gennaio dell’anno successivo all’occupazione va compilato un apposito modulo presso il Comune. Successivamente il Comune invia una comunicazione con gli importi dovuti ogni anno, prima delle scadenze previste che variano di comune in comune. L’ordine di grandezza della tassa è di qualche centinaio di €, ma anche  qui sono previste delle esenzioni per tutta una serie di casistiche (es.: casa di vacanza).

Va anche ricordato che i proprietari di immobili possono essere tenuti al pagamento del canone RAI qualora presso l’immobile detengano un apparecchio in grado di ricevere il segnale radio – televisivo.

Mentre la TARI viene calcolata dagli uffici comunali è importante evidenziare che il conteggio ed il pagamento dell’IMU e della TASI sono a carico del contribuente e hanno scadenze uguali in tutti i comuni: 16 giugno e 16 dicembre.

Complessivamente si arriva ad un carico fiscale che può situarsi attorno all’1,5% del valore catastale, con variazioni verso l’alto o verso il basso. Per chi non si destreggia bene nei meandri delle norme fiscali italiane è consigliabile farsi aiutare da un commercialista.

(ringraziamo per i suggerimenti lo Studio Bottoni, Viggiù)