Inquinamento: la colpa è dei frontalieri?

Il traffico di transito nel meridione del Ticino è fra i più alti della Svizzera (USTRA)

Dopo l’allarme lanciato dal governo del Canton Ticino sull’ eccessivo inquinamento da polveri fini, sui blog elvetici si è scatenata la polemica: la colpa è dei 60 mila frontalieri che ogni giorno, a bordo delle loro vetture, appestano l’aria. Tutto falso, dicono gli specialisti, o meglio solo in parte vero. L’eccessivo inquinamento è dovuto anche al clima. Mancano le precipitazioni e i venti continuano a soffiare troppo debolmente.

Da quasi una settimana, nel Canton Ticino, le emissioni di polveri fini superano abbondantemente i limiti di legge. Nella Svizzera meridionale, l’allarme smog è ormai diventato una consuetudine, sia d’inverno, sia d’estate. Le autorità cantonali hanno invitato la popolazione a ridurre gli spostamenti con le auto private, servendosi piuttosto dei mezzi pubblici. E’ stato raccomandato, inoltre, di diminuire la temperatura dei termosifoni. Tutte strategie che dovrebbero riportare l’inquinamento entro i limiti di tolleranza: 75 microgrammi di polveri fini al metro cubo.

Colpa dei frontalieri?

Ma ecco che sui blog elvetici (come riferisce il CdT) si scatena la polemica. “La popolazione ticinese dovrebbe vivere al freddo e rinunciare all’auto quando ogni giorno 60 mila frontalieri varcano il confine appestando l’aria con i loro mezzi?” Insomma, la colpa sarebbe dei frontalieri. A smentire una lettura sin troppo sbrigativa ci pensano gli esperti del Dipartimento cantonale dell’ambiente: il clima secco e venti troppo deboli, non permettono di ripulire l’aria. Bellinzona getta acqua sul fuoco ma non smentisce che sia il traffico privato uno dei fattori inquinanti più importanti compreso il transito dei molti frontalieri. D’altra parte, se è vero che i frontalieri “danno” il loro contributo, è anche vero che il Ticino continua ad essere uno dei cantoni con il tasso di automobili, per nucleo familiare, fra i più alti della Svizzera.

MB