Iniziativa “prima i nostri”: si può votare, ma gli effetti saranno limitati

Il perito incaricato di valutare se l’iniziativa “prima i nostri”, lanciata dall’Unione democratica di centro per chiedere che le ditte ticinesi, in caso di assunzione, debbano dare la precedenza ai residenti, è dell’opinione che la proposta possa essere sottoposta a votazione. Nella sua applicazione dovrà però tenere conto del diritto vigente, ciò che limiterà notevolmente i suoi effetti.

Il 2 settembre 2014 il governo ticinese ha incaricato il prof. Giovanni Biaggini, ordinario di diritto amministrativo ed europeo all’Università di Zurigo, di valutare l’ammissibilità dell’iniziativa popolare costituzionale «Prima i nostri», lanciata nel mese di aprile del 2014 dall’Unione democratica di centro, che ha raccolto 10’991 firme valide.

Dopo un approfondito esame del testo dell’iniziativa, il prof. Biaggini è giunto alla conclusione che formalmente essa può essere considerata ricevibile; tenuto conto del principio «in dubio pro populo», è infatti possibile una sua interpretazione conforme al diritto federale e internazionale.

Nel suo parere, il prof. Biaggini avverte tuttavia che – nel merito – l’atto popolare suscita aspettative che potranno essere realizzate concretamente solo in misura molto modesta, poiché le finalità che si propone il nuovo testo della Costituzione cantonale potranno essere conseguite solo nel quadro delle competenze cantonali e soltanto nei limiti del diritto nazionale e internazionale superiore; ciò riduce di molto la portata pratica della proposta e la sua reale possibilità di concretizzazione, che è assai limitata. Di conseguenza gli obiettivi concreti della proposta costituzionale – in particolare per quanto riguarda la protezione dei lavoratori residenti – non potranno essere raggiunti.

Il parere giuridico del prof. Biaggini sarà ora trasmesso al Gran Consiglio, che dovrà esprimersi sull’accettazione o meno dell’iniziativa popolare.e

Red./Comunicato