In Svizzera la pressione fiscale effettiva al 41.7%

(immagine economiesuisse.ch)

Si sente spesso affermare che la quota-parte fiscale della Svizzera è bassa nel confronto internazionale. Le cifre mostrano una realtà diversa. Se si tiene conto di tutti i prelievi obbligatori, l’onere indotto dalle imposte e dalle tasse in Svizzera si situa nettamente al disopra della media dei paesi europei.

Nei confronti internazionali pubblicati dall’Ocse, la Svizzera presenta regolarmente una quota parte fiscale inferiore alla media. Ma i calcoli dell’OCSE non tengono conto di tutti i prelievi obbligatori, nel caso specifico dei versamenti ad istituzioni private – casse pensioni, casse malati, assicurazioni infortuni, ecc.

L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali ha recentemente pubblicato le cifre relative agli importi versati ad istituzioni di diritto privato. Se si sommano questi contributi a quelli destinati alle istituzioni di diritto pubblico, la quota-parte fiscale della Svizzera raggiunge quasi il 41,7%. Questo tasso è nettamente superiore alla media dell’OCSE (33,8% nel 2010) e solo leggermente più basso di quello dei paesi scandinavi, i cui prelievi sono notoriamente elevati.

E’ soprattutto il forte aumento della quota-parte fiscale ad essere inquietante. Dal 1990, essa è progredita di 6,6 punti. Nessun altro paese dell’OCSE ha conosciuto un simile aumento. Soltanto l’Italia, con un aumento di 5,1 punti, si situa ad un livello analogo a quello della Svizzera. Questo aumento marcato è stato indotto dai vari adeguamenti dei contributi delle assicurazioni sociali e delle imposte (in particolare l’aumento dell’IVA).

Contrariamente alla Svizzera, numerosi paesi dell’OCSE sono riusciti a ridurre la loro quota-parte fiscale durante lo stesso periodo. Quella della Svezia è ad esempio diminuita di 7,7 punti rispetto al suo livello del 1990. Una quota-parte fiscale elevata ha un effetto tendenzialmente negativo sull’attrattività di una piazza economica.

Red./Economiesuisse