Imposta alla fonte e attività con partita IVA in Italia

Ho un contratto da lavoratore dipendente in Svizzera al 20%, che si svolge solamente in un periodo dell’anno (quattro mesi all’anno). Il contratto è a tempo determinato e viene rinnovato di anno in anno. Vorrei adesso aprire partita IVA in Italia. Ho letto che aprendo partita IVA in Italia l’imposta alla fonte dovrebbe essere applicata sul mio lavoro in Svizzera come se lavorassi a tempo pieno. Questo vuol dire che l’imposta alla fonte semplicemente dovrebbe quintuplicare?

L’aliquota con cui viene tassato il reddito deve tener conto del reddito complessivo del contribuente. Se, come nel suo caso, un dipendente che lavora in Svizzera ha anche un’altra attività all’estero, si vuole tener conto anche del reddito di questa attività, non per tassare questo reddito, ma per tassare il reddito svizzero con una aliquota commisurata al reddito totale. Dato che il suo datore di lavoro svizzero non deve necessariamente sapere quanto lei guadagna con la sua attività in Italia, nella prassi viene richiesto ai datori di lavoro svizzeri di applicare l’imposta alla fonte di chi ha un’altro lavoro all’estero al 100% del salario. Il dipendente potrà poi richiedere il rimborso di quanto eventualmente versato in eccesso in sede di tassazione correttiva, presentato, entro il 31 marzo dell’anno successivo, una domanda corredata dalla documentazione sul reddito realizzato come partita IVA in Italia. Come detto, questo reddito non verrà tassato, ma sommato al reddito realizzato in Svizzera per determinare l’aliquota con cui tassare il reddito svizzero. Quanto eventualmente prelevato in eccesso verrà quindi rimborsato.