Il compenso di una prostituta è legalmente esigibile

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Così come i debiti di gioco, anche il compenso per le prestazioni di una prostituta in Svizzera non era considerato legalmente esigibile. La prostituta creditrice non poteva insomma rivolgersi alle autorità se il cliente non pagava. Ora le cose però sono cambiate.

Lo ha deciso un giudice del canton Zurigo con una sentenza passata in giudicato. L’inesigibilità della riscossione di un credito per prestazioni sessuali era motivata con il fatto che la prostituzione, così come il gioco d’azzardo, veniva considerata una attività contraria ai buoni costumi.

Secondo il giudice distrettuale di Horgen, oggigiorno questa interpretazione del mestiere più vecchio del mondo non è più valida. I costumi sono cambiati, afferma la sentenza: “i principi morali della società, negli ultimi anni, hanno conosciuto importanti mutamenti”, e quindi anche una prostituta deve aver il diritto di chiedere la riscossione del dovuto a un giudice se necessario.

Tanto più che in Svizzera la prostituzione è legale e regolamentata, e le prostitute pagano regolarmente le tasse. Non si può, si afferma nella sentenza, chiedere a chi esercita questa “professione” di pagare le imposte, e negare loro il diritto alle prestazioni che lo stato offre a tutti i cittadini. Se la sentenza non verrà contestata, non si potrà probabilmente più neppure chiamare “buoncostume” il distaccamento di polizia che si occupa di prostituzione.

Red.