Gabriele Ponti, gestore patrimoniale a Lugano

Le incertezze relative al ventilato accordo Rubik con l’Italia, l’allentamento del segreto bancario elvetico, la crisi economica e politica dell’Italia stanno facendo evolvere la piazza finanziaria luganese, in particolare quella legata ai numerosi gestori patrimoniali. Di come è vissuta questa nuova fase della piazza ticinese parliamo con Gabriele Ponti, matematico, partner & asset manager  di Agendainvest, familyoffice di Lugano-Paradiso.

Le ipotesi sempre più incalzanti di uno scambio automatico dei dati sui capitali depositati all’estero, la crisi economica generalizzata, l’insicurezza politica in Italia sembrano aver cambiato il contesto nel quale operano in Ticino i gestori patrimoniali. Come è effettivamente mutato il quadro della piazza finanziaria ticinese e di Lugano in particolare?

Posso affermare che tra gli operatori della piazza ticinese vi sono sentimenti contrastanti. Da un lato vi è l’incertezza legata alle evoluzioni normative e dei mercati finanziari. Dall’altra vi è la consapevolezza di essere in grado di offrire alla clientela un servizio di eccellenza grazie al grande know how che possiedono i gestori patrimoniali ticinesi.

Qual è la situazione in relazione al mercato italiano che, da sempre, è quello di riferimento per la gestione dei patrimoni in Ticino?

Nel recente passato vi sono state svariate possibilità per regolarizzare la situazione dei patrimoni italiani all’estero. Molti clienti hanno aderito a queste iniziative. In questo caso la piazza è già confrontata ad una concorrenza con gli istituti di credito esteri ed italiani in particolare. Sotto questo aspetto non è cambiato nulla, anzi la maggior stabilità della Confederazione Elvetica e le maggiori competenze degli operatori stanno giocando un ruolo positivo. Quello che maggiormente preoccupa la piazza è la stipulazione di un’eventuale accordo con l’Italia e/o l’Europa.

Come pensa evolverà la situazione e come la piazza finanziaria ticinese ed i suoi gestori patrimoniali dovranno a loro evolvere per adattarvisi?

Credo che in un futuro non molto lontano assisteremo ad una crescita dei gestori patrimoniali esterni, lasciando alle banche il compito di custodire gli averi della clientela. Tuttavia queste strutture dovranno avere importanti masse in gestione, poichè l’autorità di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA) sta adottando provvedimenti al fine di garantire la qualità del servizio alla clientela. Sono comunque convinto che la piazza ticinese abbia le capacità necessarie per affrontare il futuro con la consapevolezza di poter offrire un servizio di punta alla propria clientela. Clientela che non proverrà più quasi esclusivamente dalla vicina penisola, bensì anche da altre parti del mondo.

Katya Cometta