Federalismo: abolire la capitale?

Il tradizione mercato delle cipolle davanti alla sede del Parlamento svizzero (foto cc lejoe)

Speriamo vivamente che il faticoso cammino dell’Italia verso il federalismo finisca per dare dei risultati concreti. Le speranze riposte in questa riforma epocale sono grandi; altrettanto grande quindi il rischio di suscitare forti delusioni se la montagna finirà per partorire un topolino.

Visto dalla Svizzera non si può non guardare con simpatia al percorso verso il federalismo, che ambisce ad avvicinare ai cittadini il controllo sulle risorse che producono. E a responsabilizzare le amministrazioni locali sul modo migliore per rispondere ai bisogni dei cittadini, usando con giudizio i mezzi a loro disposizione.

Il processo in corso in Italia è tutt’altro che facile. La rinuncia, da parte di uno Stato centralistico, ad una fetta del proprio potere e delle proprie risorse per concedere autonomia finanziaria e competenze proprie alle entità amministrative locali deve venir accompagnata dalla definizione di regole condivise da tutti. Ma le resistenze sono forti, e il rischio che cammin facendo la riforma venga svuotata di contenuti concreti è molto grande.

I meccanismi di attribuzione di risorse tributarie alle entità locali si presentano come un vero e proprio rompicapo, una jungla di tributi, di prescrizioni, di agevolazioni e di aliquote che non favorisce certo la trasparenza. Uno dei rischi è che invece di eliminare gli sprechi e di responsabilizzare i cittadini, si finisca per raddoppiare a livello locale la burocrazia dello Stato centrale. Se si delegano maggiori competenze alle amministrazioni locali, a rigor di logica, andrebbero poi ridimensionati gli organismi statali centrali. Un tema, ci par di capire, piuttosto delicato, almeno a giudicare dalle reazioni di Roma alla proposta di trasferire qualche ministero in altre località.

La storia del federalismo svizzero è molto diversa. I Cantoni svizzeri erano, all’origine, Stati sovrani, nella maggior parte dei casi preesistenti alla Confederazione, che per opportunità hanno deciso di delegare alcune delle loro competenze, come per esempio la difesa, la distribuzione della posta o le relazioni con l’estero, ad una entità centrale. L’articolo 3 della Costituzione svizzera dice chiaramente che i “Cantoni sono sovrani ed esercitano tutti i diritti non delegati alla Confederazione”.

Questo articolo è la base del principio di sussidiarietà, che affida i compiti dello Stato al livello più vicino ai cittadini, affermando che un trasferimento al livello superiore è appropriato solo nella misura in cui l’intervento del livello inferiore non è in grado di rispondere in modo efficace e funzionale alle esigenze che si pongono.

Un’altro importante elemento del federalismo deve essere la solidarietà fra le regioni di diversa forza economica. In Svizzera l’introduzione di meccanismi di ridistribuzione della ricchezza fra i Cantoni è relativamente recente, e risale alla fine degli anni ’50. La peculiarità del federalismo svizzero è data dal fatto che la la sovranità fiscale, intesa come piena autonomia fiscale, appartiene in primo luogo ai Cantoni, che dispongono di un potere di tassazione autonomo e gestiscono in piena indipendenza le proprie risorse finanziarie.

La rinuncia, da parte dei Cantoni, ad alcune delle loro prerogative non è mai stata una decisione presa alla leggera. Pochi sanno che la Svizzera, proprio per questa radicata diffidenza nei confronti dello Stato centrale, ancora oggi, de jure, non ha una capitale.

Fino al 1848 i Cantoni si sono rifiutati di permettere che l’amministrazione federale si stabilisse in un Cantone piuttosto che in un altro. Così, ogni anno, i funzionari federali dovevano caricare casse di documenti su di una carovana di carri, e spostarsi nel Cantone a cui toccava, a rotazione, il compito di ospitare gli uffici della Confederazione.

Con il procedere degli anni l’annuale trasloco di funzionari e scartoffie divenne sempre più faticoso. A malincuore i Cantoni accettarono che l’amministrazione federale si stabilisse a Berna. Alla città venne attribuito formalmente il titolo di “sede federale”, ma mai di capitale. Così la Svizzera è ancora oggi, dal punto di vista strettamente formale, un paese senza capitale.

Michele Andreoli