Domicilio, dimora, residenza: burocratese svizzero e italiano a confronto

Ci sono delle parole italiane che hanno significati diversi in Italia e in Svizzera, soprattutto quando ci si mette in mezzo la burocrazia. Per esempio quelle che definiscono il luogo in cui si risiede. Le maggiori confusioni le crea il concetto di „dimora“.

In Italia, la „dimora“ è una espressione linguistica che definisce un luogo di soggiorno temporaneo. Il “domicilio” viene definito dal Codice civile italiano come il luogo in cui una persona abbia la sede principale dei suoi affetti e interessi.  Dal punto di vista burocratico e fiscale, il concetto importante è però quello di “residenza”, che è il luogo in cui il cittadino è iscritto all’Anagrafe della popolazione residente. Per le persone fisiche, domicilio e residenza solitamente coincidono, perché solitamente si risiede nel luogo in cui si trovano i propri affetti. C’è anche una legge che prescrive l’obbligo di iscriversi all’Anagrafe del Comune di dimora abituale (Legge 1228/1954, Art. 2).

In Svizzera non si usa il termine “residenza”. Quando però agli stranieri che si trovano in Svizzera si rilascia il „permesso di dimora“ (permesso B) o il “permesso di domicilio” (permesso C) in un certo Comune, si intende che queste persone abbiamo stabilito in questo comune il centro della propria vita, „la sede principale degli affari e interessi“, anche personali. In altre parole, in questo caso „dimora“ e „domicilio“ sono sinonimi di “residenza” come viene intesa in Italia.

Per legge si è tenuti (sia in Italia che in Svizzera) a prendere la residenza (quindi a chiedere il permesso B o L in Svizzera o a iscriversi all’Anagrafe della popolazione residente in Italia) nel Comune dove si ha la dimora abituale. La Svizzera richiede che lo si faccia entro tre mesi dall’entrata in Svizzera (clicca). In Italia si deve iscriversi all’Anagrafe della popolazione residente nel Comune dove si risiede per più di 183 giorni all’anno. In Italia la Legge sull’ordinamento anagrafico della popolazione stabilisce che “è fatto obbligo ad ognuno di chiedere per sé e per le persone sulle quali esercita la patria potestà o la tutela, la iscrizione nell’anagrafe del Comune di dimora abituale”. Gli stranieri sono tenuti a iscriversi all’Anagrafe della popolazione residente se intendono soggiornare in Italia per più di tre mesi (clicca). Sono previste delle eccezioni solo per chi soggiorna in Italia temporaneamente per motivi di studio o altro.

Il luogo in cui si ha la “residenza”, o in Svizzera la “dimora” o il “domicilio”, è importante. Si è infatti soggetti fiscali del Paese in cui si risiede, indipendentemente dalla nazionalità. Fino a quando si figura nell’Anagrafe della popolazione residente in Italia, si è tenuti a pagare le tasse in Italia. Se ci si stabilisce all’estero, bisogna iscriversi all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) presso i Consolati e, di regola, si pagano le tasse nel Paese in cui si risiede. I frontalieri, che risiedono in un Paese e lavorano in un altro, fanno spesso eccezione a questo principio, e la loro situazione fiscale può essere oggetti di accordi che prevedono una deroga dal principio generale, come è il caso per i frontalieri italiani che lavorano in Svizzera (clicca), che pagano le imposte alla fonte in Svizzera.

Tocca al cittadino annunciarsi al Comune dove intende dimorare, e notificare la partenza al Comune che si lascia. Nel caso di un trasferimento all’estero, i cittadini italiani devono iscriversi nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE). Se non lo si fa si rischia di trovarsi nella situazione irregogolare di essere residenti in due nazioni diverse.

Questa situazione può creare problemi. Abbiamo già detto delle tasse: per l’Italia, chi rimane iscritto all’Anagrafe della popolazione residente in Italia rimane anche un contribuente italiano, e sarebbe tenuto a dichiarare i propri redditi anche in Italia. Dal punto di vista svizzero, se dovesse sorgere qualche problema, l’Ufficio della migrazione svizzero potrebbe per esempio risolverlo considerando la residenza in Svizzera fittizia, e revocare il permesso di dimora. Un residente è inoltre tenuto a immatricolare la propria auto nel paese in cui risiede. Se si circola nel Paese di residenza con un’auto immatricolata all’estero non sdoganata, si rischia di incorrere nel reato di contrabbando. Un italiano residente in Svizzera con permesso B non iscritto all’AIRE, rischierebbe il sequestro dell’auto con targa svizzera se sorpreso a circolare in Italia.

Il Comune di residenza è poi particolarmente importante in Svizzera, perché in questo Paese anche i Comuni prelevano la tassa su reddito: da Comune a Comune le aliquote possono mostrare differenze essere importanti. Val quindi la pena informarsi prima di decidere dove andare ad abitare. Anche per gli italiani che abitano in zona di confine e che lavorano in Svizzera, la scelta del Comune di residenza ha importanti conseguenze fiscali: chi è residente nei Comuni in zona di confine è infatti sottoposto a condizioni fiscali particolari, più vantaggiose rispetto a quelle italiane (clicca).

Red.