Comitato borghese contro il raddoppio del Gottardo

Il progetto di raddoppio del tunnel autostradale del Gottardo suscita forti opposizioni in Ticino, nonostante la pressoché unanime approvazione da parte del mondo politico e dell’economia. Stamattina a Chiasso si è presentato un comitato “borghese” che sostiene il referendum lanciato contro il progetto della Confederazione.

Un chiaro “no” al raddoppio del tunnel autostradale del Gottardo arriva in Ticino non solo dal fronte rosso-verde ma anche dal centro. Oggi a Chiasso si è presnetato il comitato borghese contrario al progetto nel quale figurano importanti politici ed ex politici dei paritti di Governo: PLR, PPD e Lega. Lo compongono, per ora, Benedetto Antonini, Architetto e Urbanista, Prof.al Politecnico di Milano e già Direttore della Divisione della pianificazione territoriale cantonale, Sara Beretta Piccoli, Lugano, Consigliera comunale PPD, Claudio Bordogna, Direttore di banca e già Granconsigliere PLR, Moreno Colombo, Sindaco di Chiasso, PLR, Katya Cometta, già vicepresidente del PLR e attuale presidente dell’Associazione Liberale Radicale per l’ambiente,Maddalena Ermotti-Lepori, Consigliera comunale PPD a Lugano e già Parlamentare PPD,Renzo Galfetti, Chiasso, avvocato e già parlamentare PPD,Augusto Gallino, Primario di Cardiologia all’Ospedale Regionale di Bellinzona,Claudio Moro, già Sindaco PLR di Chiasso, Matteo Quadranti, Balerna, avvocato e Parlamentare PLR,Giancarlo Seitz, Agno-Lugano, Parlamentare Lega dei Ticinesi,Antoine Turner, economista PLR. E fra i firmatari del referendum figura anche il Sindaco di Mendrisio Carlo Croci.

I rappresentanti del Comitato hanno espresso severe critiche al progetto di raddoppio e rimproverano al Consiglio federale e al Parlamento di non tener conto dei molti, troppi aspetti negativi che un secondo tubo metterebbe in luce per il Ticino in generale e per il Sottoceneri in particolare.

“Con il progetto di un secondo tubo stradale al Gottardo, il Consiglio federale e il Parlamento cercano di ingannare gli svizzeri e i ticinesi,” ha affermato davanti ai media l’avvocato chiassese Renzo Galfetti, già parlamentare per il PPD. Per Galfetti il raddoppio, che citando il settimanale di Blocher Die Weltwoche ha definito “una baggianata”, sarebbe una ulteriore esempio di come le lobby del cemento e dell’autotrasporto mettono i loro interessi finanziari prima della qualità di vita delle cittadine e dei cittadini. E lo fanno aggirando la Costituzione e le leggi con parole mielose tipo “tubo di risanamento senza aumento della capacità”. “Ora le corsie sotto il Gottardo sono due, dopo saranno quattro: non è solo un aumento di capacità, si tratta di un raddoppio vero e proprio,” ha tuonato Galfetti.

Claudio Moro, ha ricordato che tra meno di due anni AlpTransit aprirà i battenti dopo venti anni di lavoro e 24 miliardi di franchi spesi. “La qualità di vita e il futuro economico della regione Mendrisiotto e di Chiasso dipendono anche dalla lungimirante decisione del popolo svizzero di spostare il traffico pesante di transito dalla strada alla ferrovia. Questa decisione verrebbe messa in pericolo con la costruzione di un secondo tubo autostradale. Proprio in questi giorni Berna ha inoltre confermato che non verranno realizzati nuovi terminali per il traffico intermodale in Ticino. Per ovviare alla carenza di infrastrutture, la Svizzera ha però deciso di partecipare al finanziamento del terminale previsto nell’attuale stazione di Milano smistamento, a est della metropoli lombarda. Sono questi infatti che danno sostanza alla volontà più volte espressa e confermata dal popolo svizzero di trasferire il traffico pesante dalla strada alla ferrovia.”

Per Katya Cometta, inoltre, la paura di un eventuale isolamento economico, geografico e dei trasporti del Ticino durante i lavori di risanamento del tunnel è assolutamente ingiustificata: il nostro Cantone non sarà mai stato così ben e velocemente collegato al resto della Svizzera come da quando ci sarà Alptransit. Il suo completamento a sud di Lugano e non il raddoppio del tunnel autostradale deve costituire la priorità della politica dei trasporti. E per ciò che concerne il paventato tracollo per il turismo occorre, semmai, interrogarsi sul perché l’inesorabile calo dei pernottamenti in Ticino sia iniziato l’anno successivo all’apertura del tunnel autostradale del Gottardo, proseguendo da allora fino ad oggi.

Per Claudio Bordogna un raddoppio porterebbe al collasso l’asse autostradale nel Sottoceneri e nel Mendrisiotto in particolare. “Nessuno mette in dubbio la buona fede dei politici attuali. Ma una volta costruita la seconda canna, tra vent’anni sarà un gioco da ragazzi raccogliere 100’000 firme e mettere in votazione l’uso di tutte e quattro le corsie. E a quel punto per noi Ticinesi sarà impossibile convincere il resto della Svizzera che abbiamo voluto un secondo tubo ma lo dobbiamo usare solo a metà. Tra vent’anni voteranno persone che ancora non sono nate oggi, come spiegheremo loro che abbiamo speso 3 miliardi di franchi per costruire una galleria che non usiamo?” Bordogna ha concluso: “A quel punto ci scorderemo di spostarci in automobile da Lugano nord in giù: le colonne saranno permanenti!”

Sara Beretta Piccoli ha esordito dicendo che a volte nel cercare di risolvere dei problemi globali, ci si dimentica che ognuno di noi fa parte dell’insieme, e che nel nostro agire quotidiano condizioniamo volontariamente o involontariamente la globalità. “I veri problemi di traffico si trovano dentro e attorno alle città e non sull’asse nord-sud. I soldi della Confederazione vanno investiti dove servono e non dove sono sprecati, soprattutto in un momento in cui la crisi si fa sentire a tutti i livelli, dal cittadino al settore bancario. Le priorità in Ticino sono altre e sono ben note: tutti i progetti, come per esempio il collegamento Bellinzona-Locarno o la situazione nel Malcantone sono però messi in stand-by da Berna per mancanza di fondi. Un raddoppio del Gottardo affosserebbe definitivamente questo e gli altri progetti di alleggerimento del traffico e di mobilità sostenibile negli agglomerati urbani; questi, non vanno visti come punto di arrivo, ma punto di partenza alla risoluzione delle problematiche riguardanti l’agilità negli spostamenti, al fine di poter ridare al cittadino un territorio vivibile ed una migliore qualità di vita.” ha concluso Beretta Piccoli.

Giancarlo Seitz ha ricordato che “La Svizzera corre anche il pericolo di avere problemi giuridici con l’UE. L’accordo bilaterale sui trasporti terrestri si basa infatti sul principio della libera circolazione sulle strade. Non è dunque possibile adottare misure che limitino eccessivamente la circolazione stradale. Noi della Lega siamo da sempre contrari alle imposizioni dell’UE in Svizzera, ma le leggi son leggi e in questo caso avremo parecchie difficoltà a mantenere chiuse le due corsie disponibili ma non utilizzate.”

Benedetto Antonini  ha esordito dicendo che decidere per la costruzione di un secondo tubo prima di conoscere gli effetti di AlpTransit è tecnicamente e politicamente sbagliato. “Ad ogni buon conto la proposta di compromesso di costruire una galleria a due corsia da usarsi solo con una è risibile! A fronte dell’aumento del traffico pesante e leggero e delle colonne che non mancheranno di formarsi ancora più di oggi, non solo l’Europa, i paesi confinanti dell’asse Nord-Sud, ma il popolo svizzero faranno pressioni insostenibili per un uso di tutta la capacità dell’infrastruttura. E allora tutte le assicurazioni in merito all’inesistenza di effetti negativi sull’autostrada in Ticino svanirebbero come rosina al sole. A maggior ragione poiché nessuno dei politici oggi al fronte con le loro promesse sarà ancora in carica.” Antonini ha poi aggiunto: “D’altronde basti vedere dov’è finita l’applicazione della TTPPP (tassa chilometrica del traffico pesante), o con le tratte di AlpTransit per la circonvallazione di Bellinzona o altre iniziative popolari che non si vogliono applicare per dubitare della tenuta dell’uso a metà di della galleria del San Gottardo eufemisticamente “completata”. Gioverebbe lanciare un concorso internazionale per avere le miglior soluzioni tecniche per il risanamento del tubo esistente nel minor tempo possibile, e trovare soluzioni innovative, e non funzionali a creare panico con tempi di chiusura insopportabili.”

Red.