Ciechi in Italia, muratori e idraulici in Ticino

Il piastrellista cieco mostra i suoi arnesi (immagine GdF)

Una ampia operazione di controllo della Guardia di finanza di Luino ha permesso di individuare 18 persone che in Italia beneficiavano a falso titolo di assegni di invalidità, mentre contemporaneamente lavoravano come frontalieri in Ticino con mansioni come idraulico, muratore, piastrellista, collaboratrice domestica.

L’indagine ha comportato diverse fasi. Innanzitutto sono state acquisite presso l’Inps le liste dei beneficiari delle rendite di invalidità. L’interrogazione alle banche dati e gli accertamenti presso Enti pubblici e pubblici registri hanno permesso di individuare quei soggetti che presentavano incongruenze con l’invalidità riconosciuta.

L’attività di intelligence posta in essere dalle Fiamme Gialle nei confronti di tali persone, concretizzatasi anche in controlli doganali presso i valichi di confine che caratterizzano la zona, osservazione dei movimenti giornalieri dei soggetti e i relativi pedinamenti, hanno permesso di individuare due falsi ciechi, un falso invalido al 100% nonché 15 invalidi parziali che hanno indebitamente beneficiato di assegno mensile di invalidità, in quanto non affetti da patologie invalidanti ovvero omettendo di comunicare lo svolgimento di attività prestate all’estero.

Importante è stato l’apporto fornito dal Comando Generale che, mediante i canali di collaborazione internazionale, ha permesso di acquisire ulteriori elementi, indispensabili al prosieguo delle indagini. L’incrocio dei dati e l’analisi degli stessi hanno permesso di accertare che i soggetti individuati erano tutti titolari di permesso di lavoro per frontalieri regolarmente assunti come dipendenti presso imprese della vicina Svizzera con le più svariate mansioni: idraulico, muratore, piastrellista e collaboratrici domestiche.

Le persone coinvolte sono state denunciate per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640 C.P.) ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato (art. 316ter C.P.) ed altre fattispecie di reato. Tre medici sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Varese per falso ideologico (art. 479 C.P.) falsa perizia (art. 373 C.P.) in quanto avrebbero diagnosticato gli stati invalidanti poi risultati non veritieri.

L’operazione ha permesso di recuperare denaro pubblico per oltre 500.000,00 euro. Allo stato, sono già stati sottoposti a sequestro oltre 66.000,00 euro costituiti da somme depositate sui conti correnti e titoli degli indagati e sono state bloccate le erogazioni connesse alle invalidità da parte dell’Inps.

Red./Comunicato