Accordo sui frontalieri in dirittura finale

Vieri Ceriani (immagine tvsvizzera.it)

Non si è sbilanciato molto Vieri Ceriani, il capo della delegazione italiana occupata a rinegoziare con Berna l’accordo sulla tassazione dei frontalieri, che ieri sera a Malnate, davanti a 700 persone, ha fatto il punto sull’andamento delle trattative. Sulla preoccupazione espressa da numerosi interventi riguardo al passaggio dall’attuale tassazioe esclusiva svizzera a quella concorrente (70% di competenza svizzera, 30% di competenza italiana), Vieri Ceriani ha assicurato che il probabile aggravio fiscale potrebbe venir in gran parte compensato da franchigie e nuove possibile detrazioni.

Molti punti restano comunque ancora da definire, e a questo proposito saranno determinati i correttivi che verranno introdotti a livello di ratifica parlamentare. Sulla questione dei ristorni, che preoccupa le amministrazioni comunali della zona di confine, Vieri Ceriani ha assicurato che le risorse attualmente versate dal Canton Ticino verranno compensate dall’autorità centrale italiana.

I rappresentanti dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Unia, Ocst), promotori dell’incontro, hanno avanzato una serie di rivendicazioni, fra cui l’esenzione fiscale del capitale del II pilastro svizzero, l’aumento dell’attuale franchigia di cui beneficiano i frontalieri non fiscali, il potenziamento della copertura dei frontalieri in caso di disoccupazione.

In una intervista rilasciata alla RSI, il capo negoziatore ha comunque ribadito che a lunga scadenza ci si sta indirizzando verso una armonizzazione del trattamento fiscale dei frontalieri italiani che lavorano nei diversi paesi confinanti con l’Italia (Francia, Austria, San Marino, Monaco). Quanto alle divergenze con il Ticino riguardo alla richiesta dell’estratto del casellario giudiziario e dell’albo degli artigiani, Roma spera nell’influenza moderatrice della Confederazione. La conclusione delle trattative con la Svizzera potrebbe delinearsi a fine giugno.

Red.