Accordi fiscali: stangata in vista per i frontalieri

Presto non converrà più lavorare in Svizzera (foto Infoinsubria)

L’accordo fiscale fra Svizzera e Italia è ormai in dirittura d’arrivo e in vista della conclusione delle trattative si moltiplicano le indiscrezioni. Sembra che per quel che riguarda i frontalieri, l’accordo contemplerà un radicale cambiamento delle modalità di tassazione. Verrebbe di fatto abolita l’esenzione, per i frontalieri abitanti in zona di confine, di dichiarare il reddito al fisco italiano. Il 70% del reddito conseguito in Svizzera verrebbe tassato in Svizzera, secondo le aliquote svizzere; il restante 30% in Italia, secondo le aliquote dell’Agenzia delle entrate.

Secondo queste indiscrezioni, riportate dall’autorevole Neue Zürcher Zeitung, cadrebbe così per la Svizzera l’impegno a restituire all’Italia una parte delle imposte prelevate sui salari dei frontalieri. Concretamente, per il Ticino, gli introiti derivanti dai redditi del frontalieri aumenterebbero di circa il 10%. Da una parte diminuisce la fetta di reddito tassata, dall’altra cadrebbe però l’obbligo di versare ristorni all’Italia.

Invece dei ristorni provenienti dalla Svizzera, al fisco italiano andrebbero i proventi della tassazione del restante 30% del salario conseguito in Svizzera. Resta da vedere quale saranno le modalitâ per calcolare l’aliquota applicata.. Per i frontalieri fiscali – quelli abitanti in zona di confine e finora esentati dall’Irpef italiana –  ne potrebbe risultare una vera e propria stangata.

Le tasse incassate in Italia andrebbero a finire a Roma. Per i comuni di frontiera, che finora potevano contare sui ristorni per finanziare le proprie infrastrutture, questa fonte di entrata andrebbe quindi a cadere.

Le conseguenze per l’economia ticinese saranno da valutare. Evidentemente fare il frontaliere diventa meno conveniente, e quindi per le industrie ticinesi sarà probabilmente più difficile trovare manodopera a buon mercato. Si può quindi ipotizzare un rallentamento dell’economia del cantone, soprattutto nei settori a basso valore aggiunto, che porterà anche a una riduzione del numero di frontalieri.

La sottoscrizione degli accordi fiscali entro l’inizio di marzo, e la definizione di modalità per lo scambio di informazioni fiscali, permetterà alla Svizzera di venir parificata ai paesi dell’Unione europea nell’applicazione dei provvedimenti previsti dalla “volontary disclosure” italiana. La Svizzera verrà tolta dalle liste nere, e gli evasori italiani con capitali in Svizzera potranno legalizzare la loro posizione senza incorrere in sanzioni supplementari.

Red.