Abusive le riduzioni di salario a causa dell’euro debole

Il tribunale di Liestal (foto Baselland.ch)

È abusivo il licenziamento di sei frontalieri tedeschi che avevano rifiutato di accettare una riduzione di salario motivata con il rafforzamento del franco svizzero. Lo ha deciso il tribunale di Liestal, nel cantone di Basilea Campagna, confermando la sentenza di primo grado. Secondo i giudici, la rescissione del contratto viola il codice delle obbligazioni e si tratta di una discriminazione dei lavoratori residenti all’estero nei confronti di quelli che vivono nella Confederazione.

La ditta Stöcklin Logistik AG di Aesch, nel 2010 aveva chiesto ai frontalieri tedeschi di accettare una riduzione del salario del 6% fino a quando l’euro non fosse risalito a quota Fr. 1,50. Su 120 frontalieri, 114 avevano accettato la riduzione del salario. Sei dipendenti avevano invece respinto la proposta, e poco settimane dopo erano stati licenziati.

Un provvedimento illegale, secondo la maggioranza dei giudici: “Non si può far pagare la crisi dell’euro ai dipendenti”, ha commentato il presidente del tribunale. Oltre al licenziamento, i giudici di Liestal hanno ritenuto abusiva anche la riduzione del salario, in quanto non si può abbassare il salario a dei dipendenti solo perché abitano in un luogo diverso dagli altri. La ditta dovrà ora risarcire i licenziati pagando loro diversi mesi di salario.

Il sindacato Unia, che ha sostenuto i frontalieri in questa vertenza, ha manifestato la propria soddisfazione per la decisione del tribunale, che ha definito un “chiaro segnale nella questione dei salari per i dipendenti della eurozona”. Contro decisione del tribunale di Basilea Campagna è ancora possibile un ricorso al Tribunale federale.

Red.