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Koscon di Stabio in sciopero per evitare licenziamenti

27 marzo 2015 – 16:28Nessun Commento

Stabio (foto Wikipedia)

Con una astensione dal lavoro durante il turno di notte gli operai della Koscon di Stabio sono riusciti a far recedere la direzione della ditta dall’intenzione di licenziare sei dipendenti. L’agitazione ha fatto seguito a un irrigidimento dei rapporti fra la direzione e le maestranze. In merito riportiamo il comunicato del sindacato OCST.

In questa impresa, che occupa circa 160 dipendenti e che è azienda leader nella produzione di lastre e sistemi in policarbonato, è in vigore da più di 25 anni un Contratto Collettivo di Lavoro stipulato con OCST, che prevede condizioni salariali e di lavoro di particolarmente valide e tra le migliori nel Mendrisiotto.

Va precisato che in questi ultimi anni sono sorte tra l’impresa e il sindacato alcune incomprensioni, dovute essenzialmente alla diminuzione di competitività, conseguenza di un andamento sfavorevole del mercato e al consistente rafforzamento del franco svizzero a partire dal 2010 con conseguente lievitazione dei costi di produzione.

I lavoratori di Koscon Industrial SA hanno sempre compreso la situazione e contribuito adeguatamente al superamento dei problemi. Il recente ulteriore e repentino apprezzamento del franco svizzero, a seguito dell’abbandono della soglia minima di cambio con l’euro deciso dalla Banca nazionale svizzera è stato motivo di ulteriori discussioni, che hanno portato ad un arroccamento delle parti sulle rispettive posizioni. dall’assemblea Le pretese della direzione, non condivise da OCST, non sono state accolte neanche dall’assemblea del personale, che ha respinto una proposta aziendale, tesa ad un maggiore contenimento dei costi salariali.

Dopo questo rifiuto l’impresa ha proceduto a licenziare sei dipendenti tra i quali figurano lavoratori con alle spalle un lungo percorso di fedeltà all’azienda. La mossa aveva un carattere evidente e inaccettabile di ritorsione e di intimidazione.

Potendo contare sulla solidarietà di tutti i colleghi, con l’inizio del turno notturno di ieri sera l’attività è stata bloccata. L’azione si è rivelata produttiva poiché già nelle prime ore del mattino, dopo un intenso confronto con la direzione, si è ottenuto il ritiro dei licenziamenti e si è giunti ad un accordo per la ripresa del negoziato tra la direzione e l’OCST.

Questa azione riflette il clima di tensione che pervade il tessuto delle imprese dopo la recente decisione della Banca nazionale. È anche indicativo di un’attitudine prevaricante di troppe imprese che, ritenendo d’altronde di potere sfruttare la situazione di maggiore remissività della manodopera frontaliera confrontata in patria ad una difficile situazione occupazionale, scaricano affrettatamente e con arroganza sul personale il rischio del cambio. È un momento delicato che può facilmente sfociare in un’incrinatura del clima all’interno delle aziende e delle stesse relazioni tra le parti sociali se le imprese non sanno gestire con accortezza ed equità le contromisure da opporre all’apprezzamento del franco.

Perlomeno nel breve termine e come risposta di emergenza, l’OCST non si oppone in modo assoluto a qualsiasi provvedimento che possa contribuire ad assorbire l’impatto del cambio e a salvaguardare i posti di lavoro. Dove ne è comprovata l’indispensabilità al fine di non compromettere la sopravvivenza dell’azienda e dove i dipendenti non divengono un facile capro espiatorio possono anche essere concordate rinunce transitorie che consentano nel frattempo alle imprese di mettere in atto nuove strategie all’altezza del contesto valutario più difficile. È tuttavia indispensabile che le imprese si muovano con trasparenza e correttezza, tenendo sempre presente che la loro risorsa più autentica e vincente è il personale, al quale vanno preservate condizioni di lavoro motivanti. L’obiettivo di migliorare la produttività per mantenere la competitività dell’impresa è del resto inimmaginabile senza l’apporto di un personale che si identifica con l’azienda e si sente valorizzato e motivato.

La lotta condotta alla Koscon deve indurre il mondo delle imprese, ancora tentato da manovre speculative ai danni dei lavoratori, a seguire una linea di trasparente e corretto dialogo con il personale e il sindacato. Ogni frattura tra queste componenti incrina la capacità del nostro territorio di reagire in modo proficuo ai condizionamenti del cambio.

L’OCST, traendo spunto da questa nuova agitazione e costatando la persistenza di altri focolai, sollecita perciò le imprese ad un maggiore senso di responsabilità e ad una intelligente visione di lungo termine nel gestire l’odierno momento valutario.

 

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