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Attenuata la crescita dei frontalieri nel 2014

23 marzo 2015 – 10:02Nessun Commento

Nel 2014 il numero di frontalieri di nazionalità straniera occupati in Svizzera è aumentato di 8600 unità (+3,1%). Un po’ più della metà di loro era domiciliata in Francia (52,4%), circa un quarto (23,7%) in Italia e un quinto (20,4%) in Germania. In Ticino, dove alla fine del 2014 si contavano 61′593 frontalieri, si osserva la quota di frontalieri più elevata rispetto al totale degli occupati (26.2%). Questo è quanto emerge dai risultati della statistica dei frontalieri effettuata a cadenza trimestrale dall’Ufficio federale di statistica (UST).

Alla fine del 2014, in Svizzera erano occupati in totale 287′100 frontalieri di nazionalità straniera, il 64,2% dei quali uomini e il 35,8% donne. Dalla fine del 2013 alla fine del 2014, il loro numero è salito del 3,1%, ovvero di 8600 unità. Rispetto all’anno precedente (+3,8%), la crescita è risultata meno netta e corrisponde all’incremento annuo più basso degli ultimi cinque anni.

Nell’arco di cinque anni, il numero di frontalieri è passato da 221′600 unità nel 2009 a 287′100 nel 2014, pari a una crescita del 29,6%. La progressione presso gli uomini (+29,9%) è stata analoga a quella delle donne (+29,0%). Nello stesso periodo, secondo i risultati della statistica delle persone occupate, il numero totale degli occupati è passato da 4,559 milioni a 5,008 milioni (+9,9%).

Crescite più o meno nette a seconda dei grandi gruppi di professioni

L’incremento dei frontalieri varia notevolmente a seconda dei grandi gruppi di professioni. Nell’arco di cinque anni, nei grandi gruppi «Impiegati d’ufficio e di commercio» (+72,6%), «Lavoratori non qualificati» (+45,4%) e «Dirigenti» (+37,3%) si sono rilevati incrementi nettamente superiori rispetto a quello medio del 29,6%.

A titolo di confronto, anche tra gli occupati non frontalieri il grande gruppo «Dirigenti» ha registrato una crescita superiore alla media (+32,1%). Il numero di occupati nelle categorie «Impiegati d’ufficio e di commercio» (+2,4%) e «Lavoratori non qualificati» (+0,2%), invece, nell’arco di cinque anni è aumentato meno rispetto alla media (+9,9%).

I frontalieri (18,3%) svolgono più frequentemente attività come «Lavoratori non qualificati» rispetto agli occupati non frontalieri (3,8%) e tendenzialmente svolgono mestieri meno qualificati. Al contrario, rimangono notevolmente sottorappresentati nelle professioni che richiedono un titolo accademico (frontalieri: 11,7%; rimanenti occupati: 25,1%).

Quattro quinti dei frontalieri lavorano in tre Grandi Regioni

In tre Grandi Regioni si concentrano circa quattro quinti di tutti i frontalieri: circa un terzo di essi lavora nella Regione del Lemano (34,8%), un quarto nella Svizzera nordoccidentale (23,4%) e un quinto in Ticino (21,5%). E se nella Regione del Lemano il numero di frontalieri in termini assoluti è il più elevato (99′900), la situazione cambia quando si prendono in considerazione le loro rispettive quote rispetto al numero degli occupati. Infatti, nella regione del Lemano (10,7%) e in quella della Svizzera nordoccidentale (9,7%), si conta un frontaliere ogni 10 occupati. In Ticino la quota di frontalieri è più elevata e corrisponde al 26,2% degli occupati. Nell’arco di cinque anni, il maggiore aumento di questa quota si è registrato in Ticino e nella Regione del Lemano (+3,4%, rispettivamente +1,8 punti percentuali).

In crescita l’importanza del settore dei servizi

Nel quarto trimestre del 2014, gran parte dei frontalieri (61,9%) lavorava nel settore terziario, il 37,4% nel secondario e solo lo 0,7% nel settore primario. A titolo di confronto, secondo la statistica delle persone occupate nel quarto trimestre del 2014 la quota di occupati nel settore primario era del 3,6%, nel secondario del 22,1% e nel terziario del 74,2%. I frontalieri lavorano più frequentemente nel settore secondario rispetto alla media degli occupati, sebbene nell’arco di cinque anni si sia osservato un leggero aumento dal 58,3% al 61,9% dei frontalieri attivi nel terziario a scapito del secondario, in cui sono diminuiti dal 41,0% al 37,4%.

Oltre la metà dei lavoratori frontalieri arriva dalla Francia

Poco più della metà di tutti i frontalieri era domiciliata in Francia (52,4%), mentre il 23,7% e il 20,4% provengono rispettivamente dall’Italia e dalla Germania. Una piccola quota di frontalieri risiede invece in Austria (2,9%) o in altri Stati (0,6%).

Comunicato

 

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