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Accordo Svizzera – Italia: il comunicato ufficiale

16 gennaio 2015 – 10:006 Commenti

Le statue di Italia e Svizzera alla stazione di Chiasso (foto L. Holländer)

La Svizzera e l’Italia hanno raggiunto un’intesa di principio sulla futura cooperazione nelle questioni fiscali. Attualmente i due Governi stanno preparando la firma di un Protocollo di modifica della Convenzione per evitare le doppie imposizioni e una roadmap. Entrambi i documenti dovrebbero essere firmati prima del termine del 2 marzo 2015 definito nel programma italiano di autodenuncia (VDP). L’intesa migliora le relazioni in ambito finanziario e fiscale tra la Svizzera e l’Italia dopo le controversie durate diversi anni e semplifica la regolarizzazione di averi non dichiarati prima dell’introduzione dello scambio automatico di informazioni.

L’intesa tra la Svizzera e l’Italia è stata parafata il 19 dicembre 2014. Attualmente si stanno svolgendo in Svizzera, presso i Cantoni e le associazioni interessate, le indagini conoscitive prescritte per legge prima della firma. Quest’ultima è prevista entro la fine di febbraio.

Gli obiettivi auspicati sono stati raggiunti nel corso dei negoziati:

- passaggio senza traumi al futuro scambio automatico di informazioni, in particolare semplificazione della regolarizzazione dei valori patrimoniali di clienti bancari italiani senza massicce fughe di capitali e riduzione dei rischi di perseguimento giuridico nei confronti delle banche e dei loro impiegati;

- stralcio della Svizzera dalle liste nere italiane nel più breve tempo possibile;

- miglioramento della Convenzione per evitare le doppie imposizioni (CDI) tra la Svizzera e l’Italia, passaggio allo standard dell’OCSE per lo scambio di informazioni su domanda;

- miglioramento dell’Accordo sui frontalieri;

- miglioramento dell’accesso al mercato per i fornitori di servizi finanziari.

- La Convenzione sulla doppia imposizione Svizzera-Italia sarà modificata mediante un Protocollo che riprende lo standard dell’OCSE per lo scambio di informazioni su domanda. Come previsto in diverse convenzioni con altri Paesi, il Protocollo sarà applicabile dopo l’entrata in vigore a fattispecie a decorrere dalla data della firma.

Oltre al Protocollo di modifica della CDI, i negoziati hanno consentito la conclusione di una roadmap. Essa contiene un chiaro impegno politico in merito a diversi punti delle relazioni bilaterali in ambito fiscale e finanziario. La roadmap sarà pubblicata contestualmente alla firma del Protocollo di modifica della CDI e comprende in particolare i seguenti elementi:

- scambio automatico di informazioni: in futuro lo standard dell’OCSE tra la Svizzera e l’Italia dovrà essere introdotto tramite una nuova base legale;

- regolarizzazione del passato: i contribuenti italiani che detengono un conto in Svizzera possono partecipare al programma italiano di autodenuncia (VDP) alle stesse condizioni di quelle applicate ad altri Paesi che non figurano sulle liste nere italiane. Entrambi gli Stati possono inoltrare domande raggruppate per identificare le persone che intendono dissimulare valori patrimoniali non dichiarati. In questo caso è applicato lo standard dell’OCSE e non può trattarsi di fishing expeditions;

- perseguimento penale nei confronti di contribuenti nonché di istituti finanziari e dei loro impiegati: i contribuenti che partecipano al VDP beneficiano di una riduzione della pena. Gli istituti finanziari e i loro collaboratori non sono di principio responsabili dei reati fiscali commessi dai loro clienti; del comportamento cooperativo degli istituti finanziari ai fini della regolarizzazione dei loro clienti si tiene conto positivamente;

- ulteriore modifica della CDI Svizzera-Italia: in una seconda fase la CDI sarà pure rivista su altri punti; si persegue, tra l’altro, una riduzione delle aliquote fiscali applicate a dividendi e interessi, una modifica della disposizione contro gli abusi e l’introduzione di una clausola arbitrale;

- imposizione dei frontalieri: in futuro i frontalieri saranno assoggettati a un’imposizione limitata nello Stato in cui esercitano la loro attività professionale e pure ad un’imposizione ordinaria nello Stato di residenza. La quota spettante allo Stato del luogo di lavoro ammonta al massimo al 70 per cento del totale dell’imposta normalmente prelevabile alla fonte. Il carico fiscale totale dei frontalieri non sarà inferiore a quello attuale e, in un primo tempo, nemmeno superiore. La nuova imposizione dei frontalieri sarà oggetto di un accordo, che dovrà essere negoziato nella prima metà del 2015. Entrambi gli Stati si sono impegnati ad avviare rapidamente i negoziati;

- liste nere italiane: con l’entrata in vigore del Protocollo di modifica della CDI la Svizzera sarà tolta dalle liste, che considerano come criterio unicamente l’assenza dello scambio automatico di informazioni. Gli attuali regimi fiscali privilegiati per le imprese che figurano sulle liste nere italiane saranno stralciati da queste liste quando saranno aboliti o resi conformi con gli standard internazionali;

- accesso ai mercati finanziari: entrambe le parti ribadiscono la loro volontà di cercare soluzioni per migliorare la cooperazione transfrontaliera e l’accesso ai mercati finanziari. A breve saranno avviati colloqui tecnici al riguardo;

- Campione d’Italia: le autorità competenti proseguiranno a corto termine le discussioni finalizzate alla ricerca di soluzioni pragmatiche per singoli aspetti legati all’imposizione indiretta, mentre a lungo termine il dialogo porterà sulla ricerca di soluzioni concernenti le altre questioni fiscali e non fiscali dell’enclave.

Dopo anni di controversie, l’accordo tra la Svizzera e l’Italia pone delle nuove basi che permetteranno di rafforzare la cooperazione, di migliorare le relazioni tra i due Stati e di sviluppare le relazioni economiche bilaterali in un clima costruttivo. L’attuazione del recente programma italiano di autodenuncia, deciso dal Parlamento italiano, sarà facilitato mediante l’accordo e la certezza del diritto per i contribuenti italiani che detengono un conto in Svizzera sarà decisamente migliorata. Queste misure garantiscono alla piazza finanziaria ticinese delle buone prospettive.

 

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6 Commenti »

  • Marco scrive:

    Verrà abolita la fascia di confine dei 20 km e di conseguenza la differenza tra frontalieri fiscali e non ?

  • Mario scrive:

    Per quanto si legge qui e in altri articoli il frontaliere sarà il lavoratore dipendente in Svizzera che risiede in fascia di confine e rientra tutti i giorni in Italia. Questi avranno la tassazione sul reddito secondo lo split 70% in Svizzera 30% in Italia. Non si è capito bene cosa accadrà a chi non ha il rientro giornaliero. I lavoratori dipendenti in Svizzera residenti in Italia fuori fascia di confine saranno tassati come lo sono adesso. Ma si dovrà comunque legge BENE il testo dell’accordo … mi aspetto molte (brutte) sorprese dell’ultimo minuto.

  • Marco scrive:

    Se le cose starebbero così, sarebbe una vera ingiustizia , come trattare in modo diverso 2 lavoratori che magari lavorano nello stesso luogo , ma solamente per il fatto di risiedere magari qualche km fuori dalla fascia di confine , verrebbe penalizzato in maniera pesante dal fisco.
    Favorendo sia evasione che elusione fiscale.
    Quando ci sarà ‘ la sicurezza di questo?
    Ho letto che per l ‘accordo per la tassazione si dovra’ aspettare meta’ giugno.
    Grazie

  • Mario scrive:

    La tassazione per chi risiede fuori fascia di confine è già diversa sin dall’entrata in vigore della libera circolazione, magari non tutti lo sanno. I cambiamenti di tassazione per chi risiede in fascia di confine dovrebbero essere scritti definitivamente entro fine giugno ma queste cose vanno per le lunghe. L’entrata in vigore sarà chissà quando … burocrazia.

  • marco scrive:

    Il vecchio accordo del 1974 non sara’ piu’ in vigore?
    Sara’ firmato un nuovo accordo per la tassazione dei FRONTALIERI?
    Allora, con il nuovo accordo la fascia di confine dei 20 km non ha piu’ ragione di esistere, lo dice la logica e l’ OCSE.
    Poi con il governo italiano puo’ succedere di tutto.
    Questo il mio pensiero.

  • infoinsubria scrive:

    Sembra invece che la zona di confine sarà mantenuta. I frontalieri fiscali finora esentati dalla dichiarazione in Italia dovranno però dichiarare anche all’Agenzia delle entrate il reddito svizzero, e pagare una parte delle tasse italiane. Per i frontalieri non fiscali, cioè abitanti fuori dalla zona di confine, rimane in vigore la tassazione attuale.

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