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Mancato accordo fiscale: è colpa della Svizzera

14 ottobre 2014 – 06:26Nessun Commento

Pier Carlo Padoan (foto mef.gov.it)

Il ministro dell’economia italiano Per Carlo Padoan ha risposto alle critiche della collega svizzera Eveline Widmer-Schlumpf attribuendo a Berna la responsabilità dei ritardi nel raggiungimento di un accordo fiscale. Il ministro italiano ha espresso stupore per le dichiarazioni elvetiche, manifestando la sua insoddisfazione per la mancata volontà svizzera di finalizzare i dettagli dell’accordo.

“Se è vero che in Italia si sono succeduti diversi ministri in pochi anni, la linea del governo italiano è invece rimasta coerente nel tempo. Piuttosto, in questi mesi ho registrato da parte della delegazione svizzera atteggiamenti ondivaghi, e a ogni passo avanti si è accompagnato qualche passo indietro. Quelli che prendono in giro la controparte non siamo noi”, “si afferma nel comunicato pubblicato dal ministero dell’economia italiano.

Il ministro Padoan mette in guardia da una esasperazione delle delle posizioni negoziali, come per esempio la minaccia di denunciare l’accordo sulla tassazione dei frontalieri e il blocco del versamento dei ristorni. Tali atteggiamenti “rischiano di rendere più difficile il conseguimento di soluzioni accettabili per entrambe le parti”.

Italia e Svizzera hanno avviato nel 2012 un negoziato su diversi aspetti dei rapporti finanziari e tributari in essere tra i due paesi, che riguarda prevalentemente la tassazione dei risparmi detenuti da cittadini italiani presso le istituzioni finanziarie svizzere e la richiesta svizzera di revisione dell’accordo già in vigore sulla tassazione dei lavoratori transfrontalieri.

Per Berna è inaccettabile la permanenza nelle liste nere del fisco italiano nonostante i passi avanti compiuti sulla trasparenza fiscale, che dovrebbe portare allo scambio automatico delle informazioni a partire dal 2018. Il passaggio passaggio nella white list è particolarmente importante perché permetterà agli istituti di credito svizzeri di presentarsi sul mercato italiano come banche commerciali e non solo gestori di patrimoni.

Red.

 

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