Aumenta l’imposta alla fonte, colpiti in particolare i frontalieri
Dando seguito all’approvazione, da parte del parlamento ticinese, della richiesta dell’Unione democratica di centro (UDC), il Consiglio di stato ticinese propone una serie di modifiche della legge tributaria che permetteranno di innalzare al 100% il moltiplicatore comunale per determinare l’imposta alla fonte.
Attualmente questo moltiplicatore è del 78% e rappresenta la media delle aliquote in vigore nei comuni ticinesi. Aumentandolo al 100% affluiranno nelle casse cantonali circa 20 milioni di franchi, destinati ai Comuni e al Cantone. Aumenteranno anche i ristorni da versare all’Italia.
Nella presa di posizione del governo, riportata dal Corriere del Ticino, si legge: “ – il governo spiega che la scelta del 100% come parametro appare «il più vicino al livello d’imposizione nel luogo di residenza dei frontalieri e concorre a coprire i costi d’infrastruttura”.
Red.
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Una misura che vale solo per far cassa in quanto nessun frontaliere rinuncerà al suo lavoro in Canton Ticino a causa di questo aumento che, per il singolo frontaliere, è alquanto esiguo. Ah certo, funziona anche come campagna elettorale.
A conferma di quanto sopra espresso, riporto – letteralmente – dal “Mattino On Line” quanto l’autore della misura (di cui l’articolo) dice. Domanda: “Ritiene che applicare il suo postulato permetterà di frenare l’invasione da sud?” Risposta: “Darebbe certamente un contributo in questo senso, ma il mercato del lavoro italiano è così disastrato che non mi faccio soverchie illusioni al proposito. Pur di lavorare, gli aspiranti frontalieri accetterebbero di pagare più tasse. Per frenare l’’assalto alla diligenza’ lo strumento principe è quello del contingentamento. L’aspetto fiscale può essere considerato complementare.”
Come al solito i frontalieri la prendono nel **** sia dall’Italia che dalla Svizzera..