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Bilaterali e immigrazione nei discorsi del 1. Agosto

1 agosto 2014 – 11:54Nessun Commento

La festa nazionale svizzera del 1. Agosto è, come tradizione, caratterizzata dai discorsi di politici ed intellettuali nelle varie manifestazioni organizzate in tutto il Paese. Quest’anno sono gli accordi bilaterali e l’immigrazione a costituire il filo conduttore dei molti interventi.

Il presidente della confederazione Didier Burkhalter dapprima a Weggis (LU) e poi sul praticello del Grütli, inviterà alla responsabilizzazione. Una richiesta, la sua, rivolta principalmente ai giovani ma anche “al giovane che è in ognuno di noi perché ad ogni età c’è una volontà per lavorare per gli altri”.

Parte da lui la maratona del 1. Agosto, festa nazionale svizzera, in cui in tutto il Paese si alterneranno politici ed intellettuali per ricordare il “Natale della patria”. Il Ticino ospiterà a Melide il ministro dell’economia Johann Schneider-Amman, mentre nel resto del Cantone vi sarà fra gli altri il consigliere di Stato Manuele Bertoli (a Locarno).

Ma dai primi resoconti e dai testi dei discorsi che si pronunceranno nelle prossime ore appare chiaro come i temi sollevati dagli oratori siano quelli dei discussi accordi bilaterali, dei rapporti con l’UE e dell’immigrazione.

Proprio Schneider-Ammann, a Rorschach ha ricordato come la Confederazione disponga di basi solide per prolungare la sua storia fatta di successi, e,soprattutto, la sua capacità di innovazione e la sua economia in buona salute. Un successo che, però, sarà confermato solo se la Svizzera accetterà l’evoluzione del mondo che la circonda. Si tratta di continuare a garantire importanti collaborazioni bilaterali anche con l’UE. Per il Consigliere federale le conseguenze di una rottura del partenariato con l’Europa sarebbero gravi per l’intera economia e per il mondo scientifico svizzero.

Nel Canton Lucerna Alain Berset, Ministro degli interni, ha ricordato che la diversità ha fatto della Svizzera un Paese prospero, stabile e innovatore ; caratteristiche che bisogna saper preservare. Per farlo occorre che la Svizzera sappia “risolvere alcuni problemi” perchè l’accettazione dell’immigrazione dipende “dal sentimento di sicurezza degli abitanti (…),misure d’accompagnamento solide” nel mondo del lavoro costituiscono un elemento indispensabile a creare il sentimento di sicurezza che ora sembra essere venuto meno. E le aziende non devono limitarsi ad “approfittare delle centinaia di milioni dei consumatori dell’UE”, ma devono sapersi assumere le proprie responsabilità nei confronti della società.

Il Ministro UDC Ueli Maurer ha, dal canto suo, chiesto un ritorno ai principi che hanno fatto la forza della Svizzera. Gli ha fatto eco il vice presidente dell’UDC Christophe Blocher che nel canton Berna si è nuovamente scagliato contro i giudici stranieri e contro il diritto internazionale che secondo lui minacciano l’indipendenza e la libertà elvetica.

Ma il Presidente del partito popolare democratico svizzero denuncia il pericolo di una chiusura a riccio della Confederazione. Nel canton Vallese Christophe Darbelley ha ricordato come l’immigrazione sia un fattore decisivo per la Svizzera, in termini di successo economico, citando il “libanese” Nicolas Hayek (fondatore di Swatch) e l’”italiano” Leonard Gianadda, noto mecenate vallesano.

Pure il presidente del PS elvetico Christian Levrat ha vantato i meriti di una nazione sociale, moderna e solidale ponendo l’accento su di una Svizzera per tutti, senza privilegi, accogliente nei confronti di turisti e migranti.

Red.

 

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