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Frontalieri in moto, fioccano le multe. Ecco come evitarle

23 gennaio 2014 – 16:23Nessun Commento

Fioccano le multe per i frontalieri che raggiungono il posto di lavoro in moto. Il problema non è l’eccesso di velocità e nemmeno altre infrazioni al codice della strada. Le contravvenzioni sono dovute al nuovo pacchetto di norme “Via Sicura”, entrato in vigore su territorio elvetico dal primo gennaio. Accanto all’obbligo più conosciuto, vale a dire quello di viaggiare con le luci accese anche di giorno su qualsiasi strada, vi è un cavillo che sta causando diverse contravvenzione fra i motociclisti. Molti italiani che hanno ottenuto la patente di guida prima del 31 dicembre del 1985, per circolare regolarmente in Svizzera, avrebbero dovuto aggiornare il proprio documento secondo le norme europee, approvate anche dalla Confederazione.

E’ una questione di lettere: fino al 2013 per guidare le due ruote da Gaggiolo in su, bastava portare con sè la patente B, così come concepito prima del 1985 e valevole per auto e moto. Ora invece serve che la patente rechi esplicitamente le lettere A o A1, corrispondenti alle licenze per moto e scooter. In molti non si sono adeguati e quindi, nel caso vengano pizzicati con delle irregolarità, per i frontalieri scatta il sequestro del mezzo e il versamento di una cauzione ingente. Senza contare gli altri disagi: rimanere senza mezzo e doverlo recuperare.

Come evitare questa spiacevole situazione? La vicenda e l’iter burocratico da seguire vengono spiegati dall’ufficio dell’Aci (Automobile club d’Italia) di Varese: “Con la nuova legge – spiegano i responsabili – le patenti sono suddivise in 15 categorie. Ogni categoria dice cosa si può guidare. Fino al 1986, invece, la logica era quella del conseguimento. Se avevi la patente C potevi guidare anche i mezzi della B e della A. Se avevi la B (quella delle auto), c’era il via libera anche per la A (le moto) e così via”. In questo modo sul documento italiano non veniva esplicitata ogni singola categoria ma la patente di “grado” superiore. Oggi non basta più. Chi non il documento che indica ogni singola voce, in Svizzera rischia la multa. Per scongiurare brutte sorprese serve il duplicato. E quindi “bisogna recarsi alla Motorizzazione civile o in uno studio specializzato – dicono ancora dall’Aci – e chiedere la duplicazione della patente. I tempi vanno da tre settimane circa (Motorizzazione) a una settimana (studio)”. Forse, ci permettiamo di dire, è il caso che in Italia la prossima volta ci si muova per tempo. Oppure che la collaborazione transfrontaliera si attui meglio per evitare che cavilli di legge possano trasformarsi in contravvenzioni salate.

Nicola Antonello

 

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