Anno nuovo, vecchie abitudini: telefonare al volante. E’ boom
Agli italiani piace stare al telefono. Anche quando non possono come, per esempio, al volante. Eppure l’infrazione viene commessa da un automobilista su otto. Una cifra impressionante che emerge da un0analisi svolta da Asaps, Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale, sull’utilizzo del telefonino da parte dei conducenti di veicoli. Tra le città controllate ve ne è anche una insubrica, vale a dire Busto Arsizio (Varese), oltre a Torino, Milano, Firenze, Bologna, Roma, Napoli, Palermo e a Arezzo, Benevento, Forlì, La Spezia, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Trento, Cesena, Marcianise, Monselice.
Lo studio ha osservato nei mesi di novembre e dicembre 32.650 automobilisti circolanti durante il giorno nelle fasce orarie di maggiore traffico (dalle ore 8 alle 9, 12-13 e 18-19) e in diversi giorni feriali della settimana. I risultati hanno pizzicato 4.048 “telefonisti”, pari a una percentuale del 12,4%. Ovvero un conducente di auto ogni otto utilizza il telefono cellulare per comunicare a voce con altre persone o attraverso sms. Dei 4.048 guidatori colti al telefono, 3.057 sono risultati di sesso maschile (pari al 75,5%) e 991 (24,5%) di sesso femminile.
Anche le situazioni ambientali di utilizzo denotano alcuni aspetti curiosi: un più frequente ricorso al telefonino è stato rilevato nei pressi delle zone maggiormente frequentate (scuole, centri commerciali, stadi, ospedali), negli ambiti cioè di maggiore “stimolo” rispetto alle normali ed ordinarie situazioni di viabilità quali una via provinciale o di veloce scorrimento (tangenziali e statali). Unica eccezione: il 22% del numero complessivo dei conducenti sorpresi al telefono (cioè oltre uno su cinque) si trovava fermo al semaforo rosso. Una spiegazione di questa abitudine potrebbe ricercarsi nel fatto che fermi al semaforo si ha il tempo di riordinare le idee, premere i tasti dell’apparecchio cellulare e conversare con apparente sicurezza, dimenticandosi invece che questa azione si traduce in una maggiore disattenzione se si considera che proprio agli incroci è più frequente il passaggio di pedoni.
Per quanto riguarda la ripartizione in aree geografiche l’utilizzo del cellulare alla guida è prevalente al Nord (1.710 conducenti, pari al 42,2%), seguito dal Centro con 1.186 “telefonisti” (il 29,3%) e dal Sud con 1.152 (pari al 28,5%). “Una prima idea ce la siamo già fatta – affermato il presidente di Asaps Giordano Biserni – in quanto i nostri rilevatori, pur concentrandosi prevalentemente sul dato complessivo, hanno potuto notare una certa e frequente abitudine fra i conducenti di autobus e pullman di linea a telefonare durante il trasporto degli utenti, pratica oggi vietata dal codice stradale ma che era permessa fino a qualche anno fa”. Il monitoraggio sarà sviluppato nei prossimi mesi, quando al termine della stagione invernale apparirà più facile “osservare” gli autisti e tracciare l’ennesimo identikit del pericoloso “telefonista della strada”.
Nicola Antonello
Articoli correlati:
- Telefonino al volante: a Lugano fioccano le multe
- Boom di interventi per allungare il pene
- Massaggio Tantra, in Ticino è boom
- Le mamme italiane sono le più vecchie d’Europa
- Insubria: un nuovo anno con molti problemi irrisolti
- Ticino: inizia oggi il nuovo anno scolastico
- Energia: in Svizzera vietate le vecchie lampadine
- Aerofex, la moto volante
- 51 ore al volante: multati due camionisti italiani
- Uomini al volante pericolo costante
Forza ASAPS, io sono con Voi!
i “telefonisti” sono pericolosissimi, soprattutto per i ciclisti e i motociclisti.
Quando sono al telefono si muovono in totale anarchia ma è peggio quando si scambiano messaggi tipo sms, le auto vanno a zig zag e la distrazione è totale.
Mi auguro tolleranza zero, multe salatissime (fa bene anche alle casse vuote) e patenti ritirate davvero.
Purtroppo si è in Italia e quindi certezza della pena zero, certezza dei furbi cento… sic!