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Arcisate-Stabio: “Oltre all’arsenico forse ci sono altri problemi”

16 settembre 2013 – 13:21Un Commento

I sindacalisti durante la riunione di stamattina (Foto Redazione)

Soltanto un miracolo potrebbe permettere di aprire l’Arcisate-Stabio per Expo 2015. La data che fino a pochi giorni fa l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Maurizio Del Tenno dava per certa, oggi appare pressoché impossibile. Lo hanno affermato i sindacati in una conferenza stampa organizzata stamattina (lunedì 16 settembre) al campo base del cantiere italiano di Gaggiolo. Qui le ruspe sono sparite ormai da tempo e, adesso, non ci sono più nemmeno gli operai, mandati a casa dall’azienda Ingegner Claudio Salini (Ics). A “presidiare” il sito ci sono soltanto le bandiere sindacali e i lucchetti sui cancelli. Tutt’attorno è il deserto.

I rappresentanti sindacali danno ancora una minima speranza di uscita dal binario morto: “Stasera – afferma Flavio Nossa della Cgil – si svolgerà una riunione fra Regione, Ics e Rete ferroviaria italiana per cercare di scongiurare la chiusura definitiva del cantiere. Ormai a due anni dall’inizio dei problemi con le terre ricche di arsenico, temiamo che ci ci siano altri problemi. Dobbiamo credere che si possa trovare una soluzione, ma siamo all’atto di fede”.

E anche dovesse concretizzarsi il “miracolo divino”, il treno verso Expo (1 maggio 2015) è tutt’altro che in orario: “Il cantiere è fermo al 45% delle opere – aggiunge Nossa – e secondo le nostre stime servirebbero altri 14 mesi per concluderlo. In sostanza si deve partire domattina e non coi 200 operai canonici. Come minimo dovranno essere il doppio e sarebbe necessario che lavorassero 365 giorni l’anno per 24 ore su 24”. Ciò, ovviamente, porterebbe altri costi ma, come sembra, i soldi stanziati finora potrebbero essere finiti per mettere una prima pezza alla telenovela, non ancora risolta, dell’arsenico. Già perché la possibilità di affidare le terre alla cava Femar di Viggiù sembra morta e sepolta: “La proprietà della cava – dice Antonio Massafra della Uil – ha sparato una cifra ritenuta troppo alta, pari a circa 5-6 milioni di euro”.

Se tutto filasse liscio, la Valceresio dovrebbe sopportare “un cantiere – sottolinea Terenzio Crespi della Cisl – attivo giorno e notte”. I sindaci lo consentiranno? “Se fosse necessario – puntualizza Maria Angela Bianchi, sindaco di Induno Olona – forse se ne potrebbe discutere. Io ho suggerito anche di tentare la via di regalare le terre arsenicate alla Svizzera: da loro possono essere riutilizzate e, quindi, tanto vale dargliele gratis”. Già perché mentre in Svizzera il treno dei lavori viaggia spedito, in Italia il cantiere si è ormai trasformato in un calvario senza fine.

Nicola Antonello

 

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Un Commento »

  • Arcisate - Stabio: chiude la ferrovia all'arsenico - Giornalettismo scrive:

    [...] tutto va come deve andare. Il sindaco di Induno Olona aveva anche lanciato una proposta, ripresa da In Insubria, ovvero quella di regalare le terre contaminate agli svizzeri, visto che loro possono usarle. In [...]

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