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In Lombardia quasi trecento “Seveso”

22 luglio 2013 – 07:52Nessun Commento

Ciminiera (foto cc Giovanni)

Nel territorio lombardo il 25% dei siti italiani a rischio d’incidente rilevante. E un buon numero di essi è presente in Insubria: un problema rilevante poiché, sottolinea il WWF, in regione sono del tutto disapplicate le regole sulla partecipazione pubblica al processo decisionale a livello ambientale sulla localizzazione infrastrutturale e la programmazione urbanistica vicino a tali siti.

I dati sono dell’Ispra e si riferiscono al recente Rapporto “La mappatura dei pericoli di incidente rilevante in Italia”, redatto in previsione del recepimento della nuova direttiva europea Seveso III, che dovrà avvenire entro il 1° giugno 2015. Una direttiva che richiama l’incidente all’Icmesa di Seveso del 10 luglio 1976, durante cui si sprigionò una nube di diossina che investì la cittadina brianzola e i comuni confinanti.

E dei cosiddetti stabilimenti ”Seveso” si parla appunto nel rapporto, ovvero di quelli Rir (“a rischio d’incidente rilevante”), aziende speciali cioè da “marcare stretto” perché vi si lavorano sostanze dannose o pericolose per l’uomo e l’ambiente. Complessivamente sono 1.142 in tutt’Italia, di cui ben 287 in Lombardia, che col 25% del totale detiene il primato italiano, nelle quali è stoccata la preoccupante quantità di 3 milioni e 320mila tonnellate di sostanze ad alta pericolosità.

Una preoccupazione fatta propria dal WWF Lombardia, la cui presidente Paola Brambilla segnala a Infoinsubria come purtroppo “le regole sulla partecipazione pubblica al processo decisionale in materia ambientale quanto a localizzazione di infrastrutture e programmazione urbanistica vicino ai siti a rischio di incidente rilevante siano del tutto disapplicate”.

Il che genera sia “un’ignoranza totale della popolazione residente sui rischi effettivi e sulle misure cautelari da assumere in caso di incidente”, sia “processi decisionali di localizzazione di infrastrutture importanti nei pressi di siti Rir senza la necessaria valutazione congiunta”. Esempio di ciò, cita la Brambilla, “la recente proposta di localizzare una discarica di amianto nelle immediate vicinanze dell’enorme raffineria di Ferrera Erbognone, nel pavese”.

Problematiche che investono anche l’Insubria, territorio che ospita una buona rappresentanza di aziende “Seveso”, specie nel Varesotto. Se infatti la provincia di Milano figura al primo posto con 69 realtà, seguita da Bergamo e Brescia che ne hanno rispettivamente 48 e 45, la quarta posizione con 28 siti è di Varese. Subito dopo c’è Monza e Brianza con 19, mentre a fine classifica finiscono Lecco (12), Como (9) e Sondrio (3).

Pierangelo Piantanida

 

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