Dall’Olona al torrente Lura: inquietudine per l’inquinamento dei fiumi lombardi
Dalle occulte sostanze radioattive del Lura alle ben visibili schiume dell’Olona: due corsi d’acqua insubrici alla ribalta per fenomeni d’inquinamento. Ma se per il torrente comasco permangono le incertezze, per il fiume del Varesotto si muove la Regione
Sono sotto i riflettori due corsi d’acqua insubrici, causa inquinamenti assai diversi ma egualmente preoccupanti. Da un lato il comasco torrente Lura, che sarebbe stato interessato da un incidente radioattivo riportato sulla stampa nel 1990, con contaminazione da Cesio 137 di un’area compresa fra Rovello Porro (Como) e Gerenzano (Varese). Episodio richiamato ad aprile da Massimo Bonfatti e Paolo Scampa, nell’ordine responsabili di Mondo in cammino e Aipri, che hanno chiesto chiarimenti alle autorità.
I quali sono tornati oggi sull’argomento, “con la richiesta di opportune verifiche e risposte ‘certe’ (peraltro, al momento, non giunte) da parte degli enti interessati o coinvolti”.
Una richiesta non solo di localizzare il fallaout radioattivo, poiché “allo stesso modo va certificata l’entità e la qualità del percolamento di contaminanti radioattivi nel Lura, non limitandosi alla sola analisi delle acque, ma anche del fondo (e delle pietre) del letto del fiume e, ancora di più, verificando tutto il percorso del bacino idrico di riferimento che sfocia nel Po”.
Qual che invece è ben visibile è ciò che accade sul varesino fiume Olona, da più di un anno inquinato da tensioattivi, specie nell’area che va da Fagnano Olona alla provincia di Milano, con cronica presenza di schiume. Imputati i depuratori, da ristrutturare (per l’Arpa 4 su 5 scaricano acque con valori fuori legge), e le fogne di vari comuni, inadeguate a reggere le forti piogge.
Problemi per cui s’è mossa ora la Regione Lombardia (l’assessore all’Ambiente, Claudia Terzi, ha dichiarato che sono stati già stanziati 12 milioni di euro, ma un convegno di Legambiente ne ha stimati necessari 80…), convocando a Milano in Commissione Ambiente tutti gli enti coinvolti per parlare della situazione del fiume.
C’è da augurarsi che alle parole seguano presto i fatti (come hanno chiesto pure molti primi cittadini) poiché per le norme UE entro il 2015 la qualità della acque dell’Olona dovrà essere pari a quella del Ticino. La stessa UE potrebbe essere coinvolta, a detta di alcuni dei partecipanti, nel tentativo di recuperare risorse s’un progetto internazionale (non solo ambientale ma anche economico) legato all’intero territorio attraversato dal fiume.
Pierangelo Piantanida
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