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Como: calzature di alta moda e frode fiscale

16 febbraio 2013 – 08:05Nessun Commento

Lo sweatshop (foto GdF)Sei cittadini di nazionalità cinese sono stati denunciati nel Comasco per reati fiscali e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Confezionavano calzature di lusso facendo capo al lavoro nero e frodando il fisco.

L’operazione, che ha visto impegnati i militari delle Fiamme Gialle per quasi 8 mesi nel territorio della bassa comasca, ha interessato 5 ditte individuali operanti tra le province di Como, Milano e Varese, nel settore della produzione, confezionamento e vendita di calzature di alta moda.

Gli sviluppi investigativi hanno permesso di scoprire un sodalizio, a gestione familiare, finalizzato a commettere più delitti di frode fiscale e violazioni alle norme sul lavoro e sull’immigrazione clandestina.

Sei cittadini di nazionalità cinese sono stati denunciati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale per i reati tributari di dichiarazione fraudolenta, infedele ed omessa dichiarazione nonché per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini hanno permesso di accertare 9 milioni di euro di elementi positivi di reddito e di IRAP sottratti a tassazione e 500.000 euro di IVA evasa. Sono stati sequestrati beni degli indagati per un importo di 4,5 milioni di euro e le proprietà patrimoniali illecitamente accumulate, tra cui una villa di pregio, un appartamento con annesso box, due SUV, altre due autovetture di grossa cilindrata, rapporti bancari e prodotti assicurativi per un valore superiore a 700.000 euro.

Il sodalizio, attraverso un sistema di frode consistente nell’apertura e nella chiusura nel breve periodo della partita IVA (da qui il nome dell’operazione), continuando tuttavia l’attività produttiva nella medesima sede, riusciva ad eludere i controlli e ad ostacolare l’accertamento.

L’impiego di manodopera irregolare e clandestina completava una gestione imprenditoriale particolarmente lesiva degli interessi tributari e che produceva distorsione nel mercato artigianale di settore.

Comunicato

 

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