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Imposta alla fonte dei frontalieri: riconoscimento delle spese retroattivo?

29 marzo 2011 – 15:28Nessun Commento

L’autorità fiscale cantonale ticinese non intende riconoscere d’ufficio ai frontalieri una proroga del termine per inoltrare la richiesta di rettifica dell’imposta per farsi riconoscere le spese effettive.

Secondo un articolo della rivista “Novità fiscali” pubblicata dal Dipartimento delle scienze sociali e aziendali della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi), dopo la sentenza del Tribunale federale svizzero, che riconosce ai frontalieri la possibilità di chiedere la tassazione sulla base delle spese effettive, sarebbe possibile chiedere il rimborso delle tasse pagate in eccesso anche retroattivamente per un periodo di cinque anni. La richiesta potrebbe essere inoltrata anche oltre il termine del 31 marzo attualmente indicato.

La Divisione delle contribuzioni di Bellinzona è però del parere che la possibiltà di chiedere il rimborso retroattivo delle tasse erroneamente pagate riguardi un errore d’aliquota, e quindi non si applica alla richiesta di rettifica. Naturalmente se qualcuno intende insistere nella direzione indicata dagli esperti della Supsi, ha la possibilità di fare ricorso, e quindi sulla questione sarà chiamato a esprimersi un tribunale. Per le richieste di tassazione correttiva, Bellinzona mantiene comunque il termine del 31 marzo.

A qualche giorno dalla scadenza del termine, le richieste di riconoscimento delle spese effettive pervenute finora all’Ufficio dell’imposta alla fonte sono molto poche. Le condizioni per poter usufruire di questa possibilità sono infatti piuttosto restrittive. È infatti necessario dimostrare che il 90% del reddito è guadagnato in Ticino. Chi ha un coniuge che lavora in Italia, percepisce degli alimenti, o vive in casa propria (è considerato reddito anche il valore locativo dell’appartamento proprio), potrebbe non avere la possibilità di farsi riconoscere le spese.

Un’altro fattore che forse dissuade molti frontalieri dal fare uso della possibilità resa possibile dalla sentenza del Tribunale federale è la condizione posta da Bellinzona di farsi certificare l’ammontare dei redditi percepiti in Italia dall’Agenzia delle entrate italiana. Non sembra quindi che il fisco ticinese sia destinato a subire una perdita di entrate rilevante.

Red.

 

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