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Svizzera: nuovo colpo al segreto bancario

16 febbraio 2011 – 16:27Nessun Commento

Zurigo, quartiere delle banche (foto cc Robert Scarth)

La Svizzera si prepara a fare nuove concessioni in materia di segreto bancario. Il governo di Berna propone infatti di modificare la prassi attuale introducendo la possibilità di accettare, in futuro, domande di assistenza amministrativa dall’estero anche solo sulla base del numero di conto bancario.

Attualmente, prima di cedere informazioni su di un conto bancario alle autorità inquirenti estere, la Svizzera richiede, oltre al numero di conto e alla motivazione della richiesta, l’indicazione del titolare del conto e il nome della banca. Secondo il Forum sulla trasparenza dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo in Europa (Ocse), questa prassi è troppo restrittiva. Se in una inchiesta appare il nome di un conto bancario in Svizzera gli inquirenti devono poter raccogliere informazioni su questa relazione bancaria anche senza che si conosca il nome del titolare, dicono i funzionari dell’Ocse.

Se la richiesta dell’Ocse non dovesse essere accettata, la Svizzera potrebbe di nuovo venir inclusa nella lista nera dei paesi poco cooperativi. Per evitare un nuovo braccio di ferro, il Consiglio federale – il governo di Berna – ha quindi deciso di agire preventivamente, proponendo di adottare una nuova norma interpretativa che specifichi che le procedure di assistenza amministrativa non devono fallire per un’interpretazione troppo formale delle disposizioni delle convenzioni sulla doppia imposizione.

In altre parole, come ha spiegato a Berna la ministra delle Finanze Eveline Widmer-Schlumpf, si vuole rendere possibile l’identificazione anche solo per il tramite del numero di conto bancario. Le richieste di informazioni dovranno però essere motivate. Rimangono escluse le cosiddette «fishing expedition» , cioè le richieste indiscriminate di informazioni.

Il governo ritiene che si tratti solo di un adeguamento amministrativo. Ma evidentemente il segreto bancario finirebbe per subire un’altro ridimensionamento. Gli esponenti dei partiti borghesi hanno già espresso le loro riserve sul provvedimento. La proposta verrà esaminata dal Parlamento in aprile.

Red.

 

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