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L’assicurazione invalidità svizzera ha ripreso a impiegare investigatori privati per smascherare le frodi all’assicurazione invalidità. Il provvedimento era stato sospeso in seguito alle minacce ricevute in Kosovo dalla società austriaca che era stata incaricata dei controlli. Ora della sorveglianza si occupa un’altra società di cui non è stato rivelato il nome.

Dal 2008 l’assicurazione invalidità svizzera ha lanciato una offensiva contro i falsi invalidi, impiegando anche degli investigatori privati. Si tratta di specialisti che nel quadro dello stato di diritto osservano discretamente i beneficiari di rendite, filmandoli e fotografandoli se li sorprendono in attività poco in sintonia con la loro invalidità.

Il provvedimento ha dato buoni risultati, permettendo di individuare 150 casi di frode. In 20 casi è stato chiesto il rimborso delle prestazioni; in 30 è stata sporta denuncia penale. Complessivamente è stato possibile risparmiare 2,5 milioni di franchi.

Proprio nei giorni scorsi il Tribunale di Zurigo ha condannato a 21 mesi di prigione con la condizione un professore all’Università di Pristina (Kosovo), dalla doppia nazionalità, svizzera e kosovara. Dopo aver lavorato in passato in Svizzera, il medico aveva subito una operazione al cervello, in seguito alla quale aveva ottenuto una rendita di invalidità per disturbi alla memoria e incapacità a concentrarsi. Rientrato in Kosovo, il medico aveva ripreso a lavorare come neurologo, diventando direttore di una clinica e professore universitario. In 8 anni aveva ricevuto Fr. 550′000 dall’assicurazione invalidità, che ora dovrà rimborsare.

Red.

 

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